... colorificio a Parigi che nel 1956 collaborò con Yves Klein nella creazione della “più perfetta espressione” del blu: l’International Klein Blue (YKB). Perché a Yves Klein non bastava ricercare il colore ma voleva “quel”colore, tanto da crearlo ex novo. Il suo blu doveva essere “essenziale, potenziale, spaziale, incommensurabile, vitale, dinamico, assoluto, pneumatico, puro, prestigioso, meraviglioso, esasperante, instabile, esatto, sensibile, immateriale” così si espresse nelle sue note manoscritte dopo l’invenzione di quel particolare blu oltremare di una luminosità e intensità mai viste prima, e che sarà il protagonista indiscusso del suoi “Monochrome” e delle sue performance.
Nel 2016 accade qualcosa di simile: Anish Kapoor, scultore anglo-indiano, scatena la bagarre accaparrandosi una tonalità di nero chiamata “Vantablack” , acquisendone i diritti esclusivi. Il pigmento, prodotto dalla società inglese Surrey NanoSystems ( e realizzato a fini militari per verniciare gli “stealth”, i jet invisibili ai radar) è talmente scuro da assorbire il 99,96 per cento di luce. Il gesto di Kapoor ha fatto indignare la comunità artistica internazionale, perché quel nero poteva essere a disposizione di tutti. A differenza di Klein che da vita ad un procedimento artistico unico nel suo genere, in cui il colore inventato è un tema centrale che diventerà la sua cifra stilistica e la sua avventura poetica, Kapoor ha creato un monopolio, nel perfetto stile dei nostri giorni.