L'alleato digitale

Secondo Luciano Floridi, filosofo dell'informazione dell'università di Oxford, l’intelligenza artificiale è riproduttiva e non cognitiva. Non guarda avanti, non indaga, non fa congetture, ma fornisce la migliore deduzione possibile dai dati a sua disposizione. In alcuni contesti lo fa con velocità e completezza inarrivabili per l’umano, e con il crescere delle capacità di calcolo e il moltiplicarsi dei dati a disposizione sarà sempre più così.

Proteggere la nostra mente

Lo sviluppo degli hardware indossabili (sensori e processori) e dei software ad essi abbinati (algoritmi per desumere informazioni da dati biometrici) è stato repentino. Oggi più di un americano su cinque ne porta uno addosso, per un mercato globale che si stima superi i 21 miliardi di dollari nel 2026. 

Dar valore ai ricordi

L'anno 2002 è considerato l’inizio dell’era digitale, il momento in cui l’accumulo digitale dei dati ha superato quello analogico. Oggi, attraverso innumerevoli sensori messi in rete (internet delle cose), la bilancia pende per il 95% sul piatto del digitale e ogni anno produciamo un volume di dati paragonabile a quello generato nella storia dell’umanità precedente.

Sul linguaggio e la menzogna

La Terra ha 4,54 miliardi di anni. I primi ominidi vi sono comparsi 4,5 milioni di anni fa. Fatta 1 metro l’età del nostro pianeta noi, se nessuno se offende ad essere equiparato a un australopiteco, siamo comparsi nell’ultimo millimetro. Gli ominidi hanno però inventato i primi utensili, basati su pietre scheggiate, 2,7 milioni di anni fa.

“Play it once, Sam”

Ingrid Bergman incita così il pianista Sam a suonare “As time goes by” in Casablanca, la storia di amore struggente e incompiuta di lei (Ilsa) e Humphrey Bogart (Rick).

Doveva regnare un’atmosfera ben diversa il 17 novembre nel CdA di OpenAI quando il CEO, Sam Altman, viene licenziato in tronco. Sembra di sentirli i consiglieri: “Ha pubblicato Chat-GPT senza neanche avvisarci!”. “Dobbiamo farlo fuori adesso, se gli diamo tempo di organizzarsi spargerà menzogne come al solito per delegittimarci”. “E’ un irresponsabile, vendicativo, va fermato!”. Tra questi Ilya Sutskever, chief scientist, di cui pochi giorni fa il neo premio Nobel per la fisica Geoffrey Hinton ha...

Questo matrimonio s’ha da fare

La partenza umano-centrica dei miei editoriali su Zafferano News segna il punto di partenza per un’impresa improba: fare surf su uno tsunami.

Sono un tecnologo positivista, convinto che le nuove tecnologie, frutto della nostra creatività, possano portare sviluppo e benessere ulteriore, se eticamente indirizzate. Sebbene nell’era dei media facciano più notizia i disastri che i successi e questo ci induca al pessimismo, si sta meglio oggi rispetto al passato proprio grazie alla scienza e alla tecnologia. Sfamiamo più persone, curiamo e vacciniamo in modo più esteso, si vive più a lungo, si muore meno di parto, e così via.

Essere è volere

La coscienza di noi stessi si nutre di esperienze, di ricordi fissati nella nostra materia grigia dalle emozioni provate quando apprendiamo, quando confrontiamo il modello interiore che via via elaboriamo del mondo con la realtà. 

Ma che cosa ci guida in tutto questo?

Imparare, il talento dell’homo discens

Francois Truffaut, celebre registra, affermò: “Un uomo si forma tra i sette e i sedici anni. Poi vivrà di tutto ciò che ha assimilato tra queste due età”. Per il regista in erba niente più del cinema illuminò quel periodo, ma ognuno di noi ha la sua storia.

Perché Truffaut aveva ragione?

Non nasciamo come tabulae rasae

A lungo si è ritenuto che il nostro cervello alla nascita fosse una tabula rasa. Aristotele paragonò l’intelletto in potenza a una γραμματεῖον (la tavoletta spalmata di cera sulla quale scriveva), immagine poi ripresa dal filosofo John Locke che associò la mente neonatale a un foglio di carta bianca ove l'esperienza e l'ambiente scriveranno.

Ebbene, non è affatto così!

Mente e cervello coincidono?

Per la Treccani la mente è il complesso delle facoltà umane che si riferiscono al pensiero (intellettive, percettive, mnemoniche, intuitive, volitive) nell’integrazione dinamica che si attua nell’uomo.

Il filosofo Aristotele credeva che la sede dell’io fosse nel cuore mentre Cartesio, quello del cogito ergo sum, sosteneva che si trovasse in un’anima separata dal corpo. Oggi la grande maggioranza degli scienziati sostiene che la mente alberghi nel cervello.