“Lagunario, un’altra Venezia”. In viaggio con Isabella Panfido
Venezia, con la sua storia che la rende unica, appare sempre più spesso, nelle cronache del tempo fuggente, vittima di una sorta di bulimia turistica che la rende inavvicinabile nel periglioso tratto che porta a San Marco, vittima di orde fameliche di pellegrini multietnici cui poco o nulla, salvo rare eccezioni, interessa della sua anima, delle mille testimonianze che si possono scoprire percorrendo le silenziose calli alla ricerca di storie perdute, tra cui quelle raccontate dai “nisioeti”, le toponomastiche insegne dipinte sui muri a dare un nome a calli, campielli o altro di vicende ingoiate dal passato di cui in parte ne raccontò un esordiente Fulvio Roiter.