La mancanza di recensioni negative, specchio della nostra cultura

Il migliore articolo dell’estate è del Post e riguarda la banale vicenda delle recensioni culturali. Il titolo è già il tema: “È tutto bello o bellissimo”. Di fatto, nota l’articolo, le recensioni negative in ambito culturale non esistono quasi più. Per quanto riguarda la musica, per esempio, nel 2018 il sito Metacritic presentava solo il 16% di recensioni che stimassero i prodotti meno di 70/100. 

AI, sonno e sogni

In un caffè della Recoleta, il quartiere “bene” di Buenos Aires, discutiamo a lungo nella notte con un importante giornalista argentino esperto di intelligenza artificiale, a margine del convegno internazionale “X jornadas Peirce en Argentina”. Che Charles S. Peirce, il fondatore del pragmatismo americano e della semiotica, sia interessante per gli studi dell’intelligenza artificiale è ben noto. I processi della semiosi, cioè della costruzione e trasmissione del significato, il procedimento razionale dell’abduzione, ossia dell’ipotesi, il richiamo al valore esterno e sociale della ricerca e del significato sono temi delle ricerche di Peirce che si intrecciano con le investigazioni più recenti in AI.

La primavera di Buenos Aires

A Buenos Aires è finito l’inverno e fra poco farà caldo, almeno secondo canoni europei. La città riprende il suo tono abituale di colore e caso, di edifici d’epoca e baracche, di caos, fretta e malinconia. Farà caldo anche politicamente, fra poco. Come nell’emisfero nord del medesimo continente, la popolazione si divide sul presidente. Milei, quello della motosega e del liberismo spietato, è persino più divisivo di Trump. 

Il dramma dell’overtourism è nella mente

Il turismo non c’è sempre stato né sempre è stato considerato necessario. Un po’ di storia può aiutare. Se si eccettuano i pellegrinaggi medievali, l’antesignano del turismo in epoca moderna è il grand tour del millesettecento che si concentrava sull’Italia per le sue arti antiche e rinascimentali ma che spesso includeva Francia, Svizzera, Germania e Grecia. Il grand tour era un viaggio di scoperta, di conoscenza nuova e, alle volte, era l’occasione in cui i posti visitati ricevevano vantaggi dai visitatori in termini di conoscenza, oltre che economici. 

Perché la Tour Eiffel

La torre Eiffel è indiscutibilmente l’icona e il simbolo di Parigi. Non si può andare a Parigi senza vederla e, costi quel che costi, salirci. O almeno vederla mentre toglie il fiato dal bateau mouche sulla Senna o sberluccica nella notte dalla grande scalinata del Tracadero. 

Le foto inedite di Grossman in mostra a Rimini

C’è una foto che ritrae Vasilij Grossman dopo la guerra, in una dacia di Zagorjanka, vicino a Mosca. Grossman è in piedi, all’aperto, ma è in pigiama. Legge serio serio il giornale del giorno mentre i suoi due amici, Semën Tumarkin ed Efim Kugel’, gli si accalcano addosso, leggendo a loro volta il giornale ma prendendolo sottobraccio divertiti. È il 1946, la guerra è finita da poco e Grossman deve riprendersi da un lungo esaurimento nervoso post-bellico. Intanto, sta cercando di pubblicare Il Libro nero.

Forse è anche l’epoca delle definizioni (e dei maestri)”

Nella presentazione della mostra che si terrà al Meeting di Rimini sul millesettecentesimo anniversario del Concilio di Nicea il curatore, il teologo Giulio Maspero, ha proposto un’osservazione interessante per tutti nella nostra epoca così segnata dalla frammentarietà e dalla perenne emotività. Riguardo a quest’ultima, è curioso che di fronte a qualsiasi avvenimento, dalla guerra mediorientale alla vittoria londinese di Sinner, la domanda da fare ai protagonisti, qualunque mestiere facciano, persino i carabinieri, è: “quale emozione ha provato?”.

Agostino, per davvero

Con il nuovo Papa che ha dichiarato di esserne “figlio” alla prima uscita sul balcone di San Pietro, e che spesso lo cita nei discorsi ufficiali, Sant’Agostino o Agostino di Ippona è tornato di moda. In effetti, Agostino è una di quelle poche figure universali, uno di quei dieci, venti pensatori imprescindibili nella storia dell’umanità, uno dei personaggi cruciali – se non il più cruciale – per la formazione dell’Occidente. E, pur tralasciando il Papa, la crisi dell’Occidente che si perpetua ormai da molti decenni non può fare a meno di confrontarsi di nuovo con il grande pensatore africano (sì, Tagaste dov’è nato e Ippona dov’è stato vescovo ed è morto si trovano in Algeria).

Cambiare i programmi didattici all’epoca dell’AI

Alla fine dell’ennesimo incontro su Artificial Intelligence, stavolta nel contesto di un bel Happening universitario cagliaritano, uno studente magistrale di informatica, un po’ stupefatto dalle implicazioni e dalle prospettive filosofiche necessarie per capire e operare in quanto sta avvenendo, mi dice: “Ma noi informatici non abbiamo neanche un corso di filosofia o di etica o di estetica nelle nostre carriere da informatici. Così, ubbidiamo a ciò che ci dicono, e basta”.