"Non scrivo delle opere di storia, ma delle vite" (Plutarco)
Michele Magno recensisce "Una storia operaia 1934-2022" di Riccardo Ruggeri
Perché scrivere un libro sulla propria vita? E per chi? Per amore di se stessi, per poter approvare l'immagine di sé che si va costruendo nella scrittura? Oppure per lamentarsi e dare sfogo alle proprie inquietudini? Quest'ultima sembra essere la funzione del "journal intime", così come lo concepiva Jean-Jacques Rousseau nelle Rêveries du promeneur solitaire.