Sono le due società che stanno invecchiando più rapidamente. Entrambe contano oggi tra le popolazioni più longeve al mondo, con un’età mediana che tra i 48 e i 50 anni, una quota di over 65 tra il 25 e il 30%, e una vita attesa di 84-85 anni. Popolazioni che continuano a invecchiare, mentre il numero di nascite scende ai minimi storici con un indice di fecondità che oramai è sceso a 1,2-1,3 figli per donna. Le proiezioni vedono l’aspettativa di vita crescere al 2050 di 5 anni rispetto a oggi, ma solo 2,5 di questi anni in più saranno in buona salute.
Siamo progettati per una vita media di 30-40 anni, come è sempre stato nella storia dell’umanità, ma le tecnologie ci stanno donando un extra time sempre più lungo, ovviamente privo del vigore giovanile, per quanto tanti, come me, tentino in mille modi d’ingannare l’anagrafe.
In Italia, questo equilibrio fragile tra vita lunga e natalità in calo si manifesta con forza nei piccoli comuni dell’entroterra e nelle aree montane. In Sardegna, nel cuore dell’Ogliastra e del Nuorese, si trova una delle cinque “zone blu” del pianeta, quelle rare enclave dove vivono in proporzione più centenari che altrove. Qui, come nei villaggi di Okinawa in Giappone, la longevità è frutto di un insieme di fattori culturali, ambientali e sociali: dieta sobria, relazioni comunitarie solide, un rapporto costante con la natura e la fatica, una lentezza del vivere che sembra essersi conservata nonostante la modernità.
Ma se queste regioni sono diventate simboli di equilibrio e resilienza, il resto del territorio nazionale. in entrambi i paesi, fa i conti con un fenomeno di spopolamento e invecchiamento diffuso. L’Italia, soprattutto nel Nord appenninico e nelle aree rurali del Sud, e il Giappone, nelle sue campagne e nei villaggi di montagna, stanno vedendo interi territori svuotarsi, con conseguenze profonde su economia, welfare e tenuta delle comunità locali. Luoghi naturalisticamente fantastici, con un culto del cibo di qualità. Difficile pensare che questi due fattori non siano alla base delle lunghe vite che Italia e Giappone vedono dispiegarsi tra i propri cittadini, unitamente a sistemi sanitari nazionali pubblici che, seppure differenti nell’approvvigionamento delle coperture - la fiscalità generale in Italia e una assicurazione sanitaria obbligatoria in Giappone – sono tra i migliori al mondo.
Dietro i numeri record della longevità si nasconde dunque una sfida strutturale, che analizzeremo nelle prossime puntate: come garantire servizi, lavoro e qualità della vita in società dove gli anziani superano ormai di gran lunga i giovani. Italia e Giappone, specchiarsi l’una nell’altra attraverso la distanza di 14.000 km e delle culture, offrono un laboratorio vivente di ciò che attende gran parte del mondo sviluppato nei prossimi decenni — un futuro in cui la longevità sarà insieme conquista e questione politica, sociale, identitaria, territoriale, scientifica e tecnologica.