Artefici della nostra fine
All’inizio non ne percepimmo appieno le impicazioni. Erano solo linee di codice, algoritmi raffinati che imparavano più velocemente di quanto noi stessi sapessimo insegnar loro. In pochi anni, i laboratori di biologia computazionale si trasformarono in fucine di possibilità infinite di molecole per rapporto a quelle del nostro assetto biologico, della biochimica degli esseri viventi. Nuovi software erano nati per trovare cure in tempi straordinariamente più brevi che in passato, molecole basate su sequenze genetiche eleganti, perfette, inattese.