Piani B sulla Terra

Musk ha ribadito nei giorni scorsi che salverà l’umanità portandola su Marte; Trump che sarà il primo presidente americano a portare la nostra specie lassù e ha stanziato 6 miliardi di dollari allo scopo. Posto che il sistema solare non durerà in eterno, la vita sulla Terra diventerà impossibile solo tra 1 miliardo di anni, il che, francamente, rende la frenesia dei due ingiustificata se non da un ego smodato.

Tutti su Marte!

Chi di voi si è beato come me dei film di Fantozzi, ricorderà quando in ossequio alla passione per la bicicletta del Magadirettore Ereditario Visconte Cobram, Fantozzi e colleghi improvvisano all’uscita dal lavoro un “tutti a Pinerolo!”. Impresa improba essendo la loro sede aziendale a Roma. Ma era una boutade, ovviamente. Girato l’angolo, …tutti a casa!

Cinema e meteore

Non scriverò di stelle del cinema dalla carriera breve. Vorrei invece condividere con voi come il cinema, col suo enorme potenziale evocativo e formativo, ha affrontato il tema dell’impatto di un meteorite sul nostro pianeta.

E se ci trovassimo sulla traiettoria di un asteroide gigante?

L’eventualità che un asteroide di grande stazza inquadri la Terra nella sua traiettoria non può essere trascurata e deve essere prevenuta. Come prima cosa dovremmo accorgercene. Ad oggi sono stati intensificati i controlli, la catalogazione e la mappatura degli oggetti per dimensioni superiori a 140 metri di diametro. Sotto questa taglia dalla Terra è più difficile e oneroso avere una osservazione puntuale, ma d’altra parte per quanto detto nella puntata precedente, questa taglia ha meno chance di estinguerci.

Sara un meteorite?

Sarà un meteorite a porre fine alla storia dell’umanità, almeno per come la conosciamo ora?

Non è impossibile ma questa evenienza ha un livello di probabilità che potremmo definire basso. Sarebbero efficaci in tal senso asteroidi dal diametro di almeno 1 km che sappiamo aver colpito la terra in media una volta ogni 500.000 - 1.000.000 di anni. 

La fine del mondo

It’s the end of the world as we know it” fu un successo dei R.E.M. del 1987 poi ripreso da Ligabue in una cover dal titolo “A che ora è la fine del mondo?” nel 1994. L'ispirazione venne, per entrambe le canzoni, dalle innumerevoli telefonate che giunsero al centralino del New York Times dopo la famosa trasmissione radio di Orson Welles su “La guerra dei mondi” nel 1938.

Buona fortuna all’alleato digitale

È giunto il tempo di porre termine a questa prima serie di editoriali sull’alleato digitale. Per sommi capi, attraverso oltre una ventina di pennellate ve ne ho rappresentato scopi, hardware, software, impatto atteso sui sistemi lavorativi e il mondo del lavoro, rischi e tutele giuridiche da assumere per indirizzarne correttamente l’uso.

Le implicazioni giuridiche dell’alleato digitale

Nei mesi scorsi abbiamo discusso, sotto diversi profili, di come un alleato digitale personale potrà aiutarci ad apprendere, maturare un’opinione, decidere, meglio che da soli, se dotato di una intelligenza artificiale generativa adeguatamente sviluppata. Oggi ci soffermiamo sulle tutele giuridiche che ne dovrebbero condizionare la progettazione, il software e le funzioni.

Nuovi neurodiritti per l’essere umano?

Secondo molti studiosi l’attuale cornice normativa non sarebbe sufficiente a proteggere l’individuo dai rischi e dalle minacce derivanti da un uso distorto dei progressi dell’ingegneria neurale e dell’intelligenza artificiale generativa. Seguendo tale orientamento, sono state avanzate differenti proposte: dall’interpretazione in chiave evolutiva delle disposizioni già esistenti all’aggiornamento delle carte internazionali con l’introduzione di nuovi diritti fondamentali, i neurodiritti.

AI, neurotecnologie e diritti fondamentali a rischio

Mai come con l’intelligenza artificiale, e specificamente quella generativa, si era arrivati così vicini a minacciare la libertà cognitiva degli individui, interferendo con i nostri meccanismi di apprendimento, con le intenzioni, le esperienze e le ragioni che sorreggono le loro decisioni. L’alleato digitale, di cui abbiamo insieme delineato le possibili funzioni e architetture software e hardware, deve consentire di potenziare l’essere umano senza però lederne i diritti fondamentali.