Da case di cura a case che curano

Invecchiare nella propria casa: è questa la frontiera politica e sociale su cui l’Italia sta investendo, con il raggiungimento dell’obiettivo del 10% di anziani over 65 bisognosi di cura assistiti tramite l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI).

Lui, lei, l’altro

Nelle case di coppie che invecchiano, un nuovo “terzo incomodo” potrebbe presto fare il suo ingresso: non un amante, ma un robot. Non per rubare affetto, ma per integrarlo.

Finché malattia non ci separi

Viviamo più a lungo, e questo sembra una conquista. Ma dietro la statistica dell’allungamento della vita media si nasconde un paradosso: la vecchiaia non è sempre condivisa in salute, e spesso la longevità diventa una prova di resistenza più che d’amore. 

Socioeconomia della cura in Italia e Giappone

Italia e Giappone sono due tra i Paesi più emblematici al mondo per comprendere come la fascia tra i 40 e i 60 anni — genitori di figli adulti o adolescenti, ma anche figli di anziani longevi — regga ormai la maggior parte del carico sociale.

Questo nei prossimi anni non potrà che peggiorare.

Due Paesi, un tempo che rallenta

Tra i Paesi più industrializzati del mondo, Italia e Giappone condividono un primato che racconta tanto del loro presente quanto del futuro demografico globale e che li rende a pieno titolo le nazioni per antonomasia della generazione della cura, la mia, quella di chi deve garantire assistenza a giovani con sempre meno certezze e anziani che rimangono con noi sempre più a lungo.

La generazione della cura

Siamo la generazione della cura. Non perché l’abbiamo scelto, ma perché è ciò che ci resta quando il tempo si allunga e le certezze sul futuro si restringono. Viviamo in mezzo, tra genitori che invecchiano sempre più e figli fatti tardi che trovano la loro strada ancora più tardi.

Siamo imbevuti nella fiducia e del benessere di quando eravamo giovani, temprati dalla crisi permanente in cui siamo maturati. L’ascensore sociale era ben oliato e credevamo nel mito del progresso continuo, di un mondo piatto di benessere. Poi tutto si è inceppato.

La tecnologia dell’etica

L’etica della tecnologia è il campo di riflessione che studia le implicazioni morali, sociali e ambientali delle tecnologie. Non riguarda solo l’uso, ma anche la progettazione e lo sviluppo di strumenti, piattaforme e sistemi. Si interroga su come le innovazioni influenzino libertà, giustizia, diritti e benessere umano.

Fermare l’ ”All in” tecnologico

“Giuro su Dio che quanto dirò sarà la pura verità. Grazie alla sua grande superiorità tecnologica Hitler è quasi riuscito nel suo intento di soggiogare l’Europa intera. Più avanzerà il progresso tecnologico, più grande sarà il pericolo”.

Chi parla è Albert Speer, soprannominato l’architetto di Hitler, nell’ultimo anno di conflitto Ministro degli Armamenti del Reich.

Annientati dall’IA generativa

Quale è lo scopo degli LLM alla ChatGPT? Sciorinarci lo scibile in forma adeguata a ogni nostra richiesta? Non solo. Questa è la loro utilità per noi, clienti o utilizzatori. Chi produce queste tecnologie ha anche altri obiettivi. Il più banale è legarci a loro e per farlo in modo efficace deve conoscerci a fondo per dirci le cose come a noi fa piacere sentirle, masochisti inclusi, ben profilabili anch’essi. Se i cuoricini di Instagram profilano potenziali compratori dei prodotti delle ditte sponsor, qui per gli LLM la profilazione dell’utente punta ora a farti appassionare a loro e non agli altri.