Che farà Musk alla Casa Bianca? Il genietto della lampada o il Lord of Change?

Una premessa personale. Come secondo lavoro (non retribuito) da molti anni ho cercato di declinare una nuova idea organizzativa che superasse in parte il modello in essere, il cosiddetto “gerarchico funzionale”, che utilizziamo da sempre. Da oltre un decennio IA è diventata una componente fondamentale del mio studio, alla quale ho assegnato il ruolo di supporto nel controllo. Sia chiaro, il mio è puro velleitarismo culturale, oltretutto di un privato.

Ohibò, in America hanno vinto i deplorables della manifattura!

Nel Cameo pre-elezioni avevo così sintetizzato il mio punto di vista: “L’aspetto curioso è che se vince Kamala Harris metà degli americani esultano, essendosi liberati per sempre del “losco” Donald Trump, mentre se vince The Donald metà degli americani esultano, essendosi liberati degli altrettanti “loschi” clan dei Clinton, degli Obama, del wokismo imperante (se volete capire il pericolo che rappresentano costoro leggete i libri di Federico Rampini e di Luca Ricolfi!)”.

Auguriamoci che in America la guerra civile “fredda” non diventi calda

Nello scrivere questo Cameo a pochi giorni dall’elezione del 47° Presidente la domanda è sempre la stessa: il XXI secolo sarà americano o del duo Cina-Russia, con la seconda succube della prima? All’inizio del XX° (1906), Werner Sombart si poneva una domanda simile (oggi farebbe scompisciare): “Sarà l’America o l’Europa il paese del futuro?” Centovent’anni dopo l’Europa è un accrocco di rissosi paesi-mercati.

Cameo intervista sui quotidiani cartacei (2)

Silvia Russo (22) intervista Riccardo Ruggeri (90)

1) Durante il lungo periodo di addestramento passato al telefono con lei, prima che mi assegnasse la Rubrica “Il Teatro”, mi aveva illustrato la strategia concepita per Zafferano, che allora chiamava “Obiettivo 2030”, quando lei ipotizzava che i quotidiani cartacei di oggi sarebbero scomparsi, banalmente per la scomparsa fisica dei loro lettori. Quale la sua valutazione oggi, a tre anni data?

Auto elettrica europea: teatro in purezza

Molti anni fa mi lanciai in un divertissement intellettuale. Scrissi quella che pomposamente chiamai la “Prima Legge della Termodinamica Manageriale”, basandomi sul principio che per conservare intatta l’energia termodinamica di un’azienda occorra dirottare altrove l’energia negativa dei CEO di nuovo conio. Così, presi atto che i curricula dei predestinati ad essere élite, tutti provenienti dalla casta patrizia, si articolano in sei mosse e in due corsi: 

È passato un anno, l'orrore è rimasto intatto

Lunedì 7 ottobre 2024 mi sono svegliato stupefatto di essere vivo. È normale, quando mancano due mesi ai tuoi novant’anni.

Le quattro erano passate da poco, piovigginava, un pittore l’avrebbe definito un cielo nero di Marte, intendendo il pigmento, non la guerra che incombe.

Ho cominciato a scrivere il Cameo, il tema era ovvio. Il titolo mi era venuto la sera prima. Coincideva con il mio stato d’animo, che mi aveva sempre accompagnato nell’anno appena trascorso.

In guerra non c'è il pareggio, sarebbero gradite umanità e buon senso

“Dobbiamo vincere perché non abbiamo altra scelta” è la frase che Benjamin Netanyahu usa da dopo il 7 Ottobre 2023. Questo mantra negli ultimi duemila anni è stato ripetuto da un’infinità di leader. A proposito di frasi mantra, recentemente ho apprezzato la risposta che il generale israeliano Herzl Halevi, capo staff dell’esercito, ha dato ai diplomatici americani che protestavano per le troppe vittime civili a Gaza: “Tutto quello che facciamo lo abbiamo appreso nelle vostre accademie militari”. 

Il contro Cameo dei lettori

Confesso di essere stato spiazzato dai lettori di Zafferano, da quelli del mio Blog, da quelli dei quotidiani cartacei e digitali che ogni settimana lo riprendono dandogli titoli diversi. Sabato scorso è infatti uscito “La dottrina Draghi per un’Europa sogno o incubo?” e per la prima volta sono stato sommerso da mail, whatsapp, persino telefonate. 

La dottrina Draghi per un'Europa sogno o incubo?

Zafferano è nato e si è sviluppato con una linea editoriale chiara: muoversi nel mondo giornalistico in punta di piedi, con un linguaggio elegante, ma senza sudditanze, né verso il potere, né verso i lettori. Siamo sempre rimasti fuori dagli scontri continui fra le due fazioni in campo, prima sul Covid, poi via via sulla transizione climatica, sui temi dell’immigrazione, sulla guerra russo-ucraina, su quella israelo-palestinese, su una (possibile) Terza Guerra mondiale. E non perché non avessimo nostre valutazioni e idee, ma proprio per la loro articolazione che non si sposava con il pensiero unico ed ideologico degli uni e degli altri.

Neo giornalismo italico tra palazzi, social, carta stampata e tv

Un caso raro. La scorsa settimana ho passato un’intera serata per un’intervista-dibattito su La 7, la tv di proprietà dell’unico Presidente che riconosca, senza se e senza ma, quello del Torino Calcio. Appartengo infatti alla corrente moderata dei tifosi del Toro che preferiscono una proprietà italiana, seppur dal braccino corto, al CEO di un’imbarazzante multinazionale quotata a Wall Street dal braccino storto.