"Una gabbia andò in cerca di un uccello”: parlare di corruzione con un giovane magistrato

A cavallo di Ferragosto è venuto a trovarmi un giovane magistrato, figlio di un’amica cara. Voleva conoscere il mondo vissuto da un ultranovantenne come me, sopravvissuto agli osceni mondi del fascismo, del comunismo, del cosmopolitismo patrizio, con un pensiero libero e indipendente. Le due versioni patrizie del cosmopolitismo stanno battagliando, da sempre, sul tema giustizia, in quanto i primi sono convinti che i magistrati non siano per nulla indipendenti, ma siano parte integrante dei secondi.

il "finto" silenzio delle vacanze patrizie

Il bello dei novant’anni è che non devi più sottostare al rito delle vacanze, sei finalmente un uomo libero, puoi chiamare lavoro le vacanze e viceversa, nessuno può criticarti.

Per Lilli e per me le vacanze, per una decina d’anni della nostra giovinezza genitoriale (dei piccoli Luca e Fabio) le praticammo con le modalità all’epoca riservate al popolo: si andava con la Seicento a Follonica, affittando, per quindici giorni, una camera nell’alloggio del macellaio locale. 

Introduzione a "Guerra, il pozzo nero dell'umanità"

Alla guerra devo tutto, nel male e nel bene.

Nell’arco di due mesi, nella primavera del 1944, due bombe americane mi cambiarono la vita, per sempre.

La prima, a Torino, distrusse la nostra casa (popolare) fermandosi al piano terra; noi tre salvi, ma trasformati in topi domestici.

Dopo una Milano da bere e da mangiare, ci toccherà una Milano gentrificata da digerire?

Questo Cameo, sperimentale, è scritto secondo i protocolli di IDEA, cioè con un approccio “scenarista” e un uso innovativo dell’editing; si legge in 3-4 minuti. Nessuna pretesa di dare giudizi su un mondo in disgregazione come l’attuale, governato da classi dominanti (Ruling Class) convinte che il futuro sia rappresentato da Città-Stato, disegnate da Archistar, che si credono i nuovi Apollodoro da Damasco.

La guerra richiede leader adatti alla guerra

Questo è l’ultimo dei pezzi che fanno parte del Libretto “ Guerra, il pozzo nero dell’umanità” che la prossima settimana verrà donato dall’Editore agli abbonati a Zafferano.news

Se osserviamo questi ultimi cinquecento anni, dal punto di vista di IDEA, due sono stati gli eventi topici: 1) La scoperta dell’America; 2) La Rivoluzione Francese.

La guerra: “truciolato” (patrizi) versus “sfridi” (popolo)

Questo è il quarto dei cinque pezzi che usciranno sulla Guerra, letta con le categorie culturali e organizzative di IDEA.

La Guerra, ricomparsa in Europa dopo ottant’anni di presunta pace, sta cambiando radicalmente il mondo. Quando capiremo che il castello di parole che ci siamo costruito è totalmente ipocrita, finché ci saranno guerre, non possono esistere regole diverse da quelle in uso da diecimila anni. Non si può normare la Guerra, una volta che scoppia viene praticata con qualsiasi arma a disposizione, compresa l’atomica, perché finisce solo quando uno vince e l’altro perde. Oppure, il POPOLO dell’uno o dell’altro si rivolta ai rispettivi Patriziati.

"Amo l'odore del napalm al mattino"

Questo è il terzo di cinque pezzi che usciranno sulla Guerra, letta con le categorie culturali e organizzativa di IDEA.

Qua le parole non saranno arsenico, ma semplicemente andranno a comporre battute cinematografiche, come “I love the smell of napalm in the morning” di Francis Ford Coppola. È il mondo in cui viviamo. È quello che Roberto Calasso chiamava “l’innominabile attuale”, cioè un tempo senza nome, privo di connessioni e di identità, nulla che ne segni il senso e il destino.

Aspettando i barbari (2)

Questo è il secondo di alcuni pezzi che usciranno sulla Guerra, letta con le categorie culturali e organizzative di IDEA.

Le parole possono essere arsenico, avvelenare chi le ascolta e chi le pronuncia e, se ripetute all’infinito, avvelenare il mondo intero. Molte delle parole del Novecento sono state arsenico in purezza, sia quando parlavano di guerra che di pace. Parole che ci hanno seguito anche nel primo quarto del nuovo secolo, il primo del terzo millennio.

La guerra è analfabeta, la poesia scrive (1)

Questo è il primo di alcuni pezzi che usciranno sulla Guerra, letta con le categorie culturali e organizzative di IDEA.

R. aveva nove anni quando la casa ove abitava a Torino fu distrutta da una bomba. Si salvò perché raggiunse i sotterranei al primo suono delle sirene. Vivo ma terrorizzato, fuggì ad Aulla, dai nonni materni.