Il Cameo


Il nostro giornalismo è ancora "scritto a mano"

Questo Cameo, così come tutti i precedenti, e vi assicuro i futuri, è “scritto a mano”, cioè non si avvale di alcun supporto derivante da IA.

Come studioso di modelli organizzativi (IDEA) invece tutte le attività di controllo (leggi burocrazia) del modello organizzativo sono delegate, in gran parte, a IA.

Il mio riferimento culturale per IA è Federico Faggin, l’inventore del computer, e autore del Libro-Bibbia “Oltre l’Invisibile” (dove scienza e spiritualità si uniscono). Ha scritto “Se per un computer la sempre maggiore velocità è un pregio, per l’uomo è il contrario, solo lentamente egli può maturare e crescere armoniosamente, fino a riuscire a leggere l’invisibile nel visibile …”.

La leggerezza di tratto e la lentezza di pensiero sono i plinti (armonici) sui quali IDEA si è radicata fin dalla sua nascita.

Come editore, e come studioso di modelli organizzativi e di comunicazione, fin dal 2022 ho ipotizzato l’impatto che l’arrivo della rivoluzione IA avrebbe potuto avere nel variegato mondo del giornalismo. Non mi riferisco certo alla famosa causa legale fra il New York Times vs OpenAI & Microsoft del 27 dicembre 2023, per violazione del copyright. NYT sosteneva che le due aziende di Silicon Valley si erano arricchite sfruttando, senza permesso e senza alcun riconoscimento economico, l’immenso archivio del quotidiano. Lì si trattava semplicemente di un banale furto, tipico in quel mondo di squali, cartacei o digitali poco importa.

Non c’è dubbio che con IA i processi redazionali all’interno delle Redazioni giornalistiche vengano rivoluzionati, introducendo nuove modalità di produzione e di distribuzione dei contenuti. Con algoritmi atti alla generazione del linguaggio e con le analisi dei Big Data, gli editori possono creare automaticamente articoli e reportage su argomenti specifici, riducendo personale, tempi, costi di produzione. E lo stanno facendo silenziosamente, nascondendosi sotto quel mix di ipocrisia e di arroganza che connota la nostra classe patrizia. Lo stesso fanno studenti e professori, ormai dipendenti dalla “droga” ChatGPT.

Al di là delle sofisticazioni intellettualoidi, basate sulle varie declinazioni della cosiddetta “sfida etica” sull’uso della IA generativa, agli editori interessa abbattere i costi, eliminare le medie-grandi firme costose e pure di difficile gestione. Lo stesso fenomeno si ha nel calcio, dove ci si libera dei grandi nomi (calciatori e allenatori) e si punta su allenatori giovani e promesse del calcio giovanile, al limite inserendo un solo grandissimo nome (un prepensionato) che faccia loro da chioccia.

Cosa ci insegna IDEA? Che qualsiasi innovazione organizzativa tu voglia implementare non la puoi apportare su un modello organizzativo preesistente (spesso pieno zeppo di “tabernacoli”) perché quel tipo di organizzazione umana è inidoneo a recepire nuove innovazioni, non solo di “prodotto” ma soprattutto di “processo”. Mentre il XX è stato il secolo dei “prodotti”, il XXI sarà quello dei “processi”. E dobbiamo saperlo, i nostri patrizi paiono non attrezzati alla bisogna.

Curiosamente, nel Grand Tour di IDEA solo una Proprietà di quotidiani mi ha invitato per una presentazione privata, dove abbiamo messo a confronto due diversi modelli organizzativi di funzionamento, quello classico in essere e quello di Zafferano, ormai operativo da oltre sei anni, concepito per portare alla lettura i giovani, mentre quelli classici paiono concepiti per non perdere i vecchi lettori. E la conferma di questa strategia, basata sulla continuità, la si ha nel restyling della grande stampa: a ogni restyling aumenta il numero delle pagine (siamo ormai al centinaio, con meno di dieci pagine di pubblicità!) tempo di lettura oltre 6 ore per un lettore scafato come me, e due euro il prezzo. Pensano forse che questo sarà il futuro?

Ne 2021 scrissi un libro, intitolato Editoria & Amazon, caratterizzato da un’idea: Il Libroincipit di Grantorino Libri, così come Zafferano, si leggono in meno di 30 minuti. Perché questo è il “tempo massimo” che il lettore di oggi (figuriamoci di domani) ci concede. Trenta minuti è lo standard dello stile di vita occidentale. È quello speso per andare al supermercato, per mangiare, per fare sport, per fare sesso, per gli highlights del calcio, per la messa, per sposarsi, per partorire con il cesareo, per l’eutanasia statale assistita (vedi Olanda) etc. etc.

Prosit!


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Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.