Sigfrido è l’eroe puro, innocente quanto inconsapevole di tutto, delle sue origini, della sua storia e agisce senza secondi fini. È un giovane che non conosce la paura e Wagner lo dipinge come un “nuovo uomo”, capace di liberare il mondo da vecchie strutture divine e sociali. Wotan invece si presenta stanco e quando prova a ostacolare Sigfrido, viene sconfitto.
L’amore e la libertà segnano la parte finale del “Siegfried” in un intreccio fiabesco in cui il protagonista raggiunge Brünnhilde, addormentata su una roccia circondata da fiamme e la risveglia con un bacio; l’incontro amoroso tra i due fa sì che la Valchiria rinunci per lui ai privilegi della sua natura divina.
Molti gli elementi musicalmente rilevanti in partitura a cominciare dall’impiego di una rete sofisticatissima di leitmotiv; tra quelli ricorrenti il fiero tema di Sigfrido accompagna l’eroe nelle sue imprese, il tema dell’anello ricorre per sottolineare la minaccia costante del potere corrotto; passaggio dei più spettacolari è il tema della forgiatura della spada: la musica esplode con energia, con un’orchestrazione ricca e drammatica che descrive il colpo di martello e la scintilla creativa dell’eroe. Va rilevato il grande spazio che in quest’opera ha l’elemento sinfonico; l’orchestra diventa sempre più protagonista e finisce per dominare.
Altrettanto di rilievo la tessitura contrappuntistica di qualche scena e i significativi momenti in cui emergono voci e suoni della natura: in questi casi la fiaba si esplicita in motivi caratteristici come il “mormorio della foresta”, il “canto degli uccelli”.
Una grande ricchezza di elementi fa di quest’opera il cuore pulsante del percorso musicale del compositore tedesco. Completata nel 1871 ma rappresentata per la prima volta solo nel 1876 a Bayreuth, il “Siegfried” è una fiaba eroica, una riflessione sull’individuo e importante espressione del linguaggio musicale wagneriano.
Apre la strada al finale della tetralogia e la conclusione del percorso sarà “Il crepuscolo degli dei”.