Elon Musk, Paul Rand e due altri parlamentari non digeriscono il nuovo budget di Trump, perché non riduce la spesa pubblica, cavallo di battaglia delle presidenziali. Ora, incaricare il più geniale imprenditore del paese di tagliare i costi con la motosega, fargli perdere buona parte dei clienti di Tesla, renderlo un bersaglio pubblico, e poi pugnalarlo alla schiena, ha fatto inviperire Musk. Già aveva trovato una parte minima dei risparmi promessi ($170 miliardi su 2.000 sbandierati); se poi cancelli le riduzioni, come quella per la difesa di $70 miliardi, ed anzi le raddoppi (da $880 a mille miliardi), Elon s’infuria a razzo.
In passato ho raccontato che sono pochissimi i politici bipartisan che veramente vogliono tagli alla spesa: Bernie Sanders, Paul Rand e poco più. Sono gli stessi che chiedono un taglio ai 15.000 lobbisti che ogni anno versano oltre $5 miliardi nelle tasche dei nostri rappresentanti, indipendentemente dal partito di appartenenza, per avanzare ogni possibile interesse di parte. Vi siete mai chiesti perché rappresentanti come AOC passano da barista a milionari, e tutti i Presidenti dal prendere uno stipendio normale a diventare miliardari? Follow the money.
Non sappiamo se Trump abbia subito ricatti, sia tonto, oppure volesse fregare gli elettori fin dall’inizio, ma il risultato è chiaro: il popolo MAGA si sente preso in giro. Vedremo come finisce con Musk, che oltre ad avere una tolleranza al rischio a livello clinico, è pronto a spendere miliardi. È possibile che martelli Trump ed il partito Repubblicano come un fabbro, fino ad ottenere qualche ripensamento, ma potrebbe lasciarci anzitempo.
Il secondo cambio di direzione si chiama Marcelo, un semplice ragazzino bravo a scuola, timorato di Dio e campioncino di pallavolo come ce ne sono milioni in America. Marcelo è stato preso dagli agenti dell’ICE, quelli che ad inizio presidenza arrestavano i peggiori criminali immigrati illegalmente e li rispedivano nei loro paesi d’origine. Per quegli arresti ed espulsioni il supporto del popolo era bipartisan: chi vuole tenersi un omicida o spacciatore vicino di casa? Ben venga l’azione degli agenti mandati da Trump, che adesso ha chiesto di arrestare almeno 3.000 immigrati al giorno, per poter dire di aver cacciato un milione di illegali entro fine anno.
Finiti i criminali pericolosi, l’ICE è passato a catturare gli studenti, ed ora ha imprigionato Marcelo per una settimana in condizioni obbrobriose: uno scandalo per l’americano medio. Il ragazzino arrivò con visto turistico a sei anni dal Brasile, i genitori decisero di restare qui, lavorando per integrarsi e mandandolo a scuola come tutti i coetanei: lui non ha colpe, loro han commesso un reato amministrativo. Marcelo è cresciuto con quei valori di Dio, Patria e Famiglia che accomunano la classe lavoratrice, ed è riconosciuto come americano da compagni, loro famigliari ed insegnanti.
Prendersela con lui equivale ad attaccare ognuno dei genitori, nonni, bisnonni arrivati dall’estero, e la reazione s’è fatta sentire. Gli agenti ICE ora si mascherano e devono essere scortati dalla polizia, che non apprezza assolutamente l’astio crescente. In molte città la protesta è passata dagli studenti, agli adulti, ai nonni, che dopo cartelli ed urla, ora son passati agli schiaffoni, incuranti dei lacrimogeni e delle bastonate della polizia. La questione è semplice: tutti gli americani sono immigrati, chi prima, chi dopo. Oggi almeno undici milioni sono qui illegalmente, ma un conto è il criminale violento, un altro chi ha truffato sul visto turistico, altro ancora chi è cresciuto qui da bambino, americano vero.
Trump prova a reprimere la protesta con le maniere forti, sia con Musk e ribelli di partito, sia con gli amici di Marcelo, ma è lui che ha fatto queste due inversioni ad U, è lui che deve riflettere a fondo sul rapporto con l’elettorato.