La condizione umana nel mondo contemporaneo

La condizione dell'uomo nel mondo contemporaneo è segnata da un paradosso inquietante: da un lato, siamo testimoni di straordinari progressi tecnologici e scientifici che ci permettono di compiere imprese un tempo impensabili; dall’altro, la nostra esistenza appare lacerata da contraddizioni profonde e da sfide morali, sociali e spirituali che mettono in discussione il senso della vita e la direzione del nostro cammino. 

"Se la vita ha un significato in sé..."

"Se la vita ha un significato in sé, allora deve avere un significato anche la sofferenza". Viktor E. Frankl

L’esperienza universale del dolore che accompagna l’umanità, ha promosso e alimenta, di continuo, riflessioni filosofiche, religiose e scientifiche. La sofferenza è uno stato intimo e personale e, al contempo, un fenomeno che reclama un’elaborazione che va oltre la percezione immediata del singolo.

«L’ora è confusa e noi come perduti la viviamo». (Pasolini)

La condizione dell’uomo contemporaneo, come già prefigurato da Pasolini nella sua acuta diagnosi poetica e sociale, si presenta segnata da un profondo disorientamento. L’espressione «L’ora è confusa e noi come perduti la viviamo» non si limita a constatare un malessere storico, ma svela una crisi più profonda, esistenziale e metafisica: quella del senso. 

Parlare è un bisogno. Ascoltare è un’arte (Goethe)

L’ascolto è un atto più profondo e complesso di quanto appaia a prima vista; non si tratta semplicemente di ricevere suoni, ma di accogliere e interpretare l’essenza di chi ci parla. Quando una persona si esprime, compie un atto di generosità, offre una parte di sé, rivelando intenzioni, speranze, timori. 

Il tempo delle scelte

La giornalista e saggista statunitense Anne Applebaum lancia un allarme: i dittatori di tutto il mondo si sono alleati in un fronte comune. Sono «un gruppo tenuto insieme da una spietata e assoluta determinazione a preservare il proprio potere e la propria personale ricchezza» (Autocrazie, Mondadori 2024). Per raggiungere questo obiettivo, sfruttano strutture finanziarie illecite, servizi di sicurezza deviati ed esperti di tecnologia, strumenti con cui orchestrano sorveglianza, propaganda e disinformazione.

Appello a una Rivoluzione Pacifica

L'ammirazione che gli adulti nutrono verso i giovani affonda le radici nel desiderio di ritrovare quella vibrante combinazione di idealismo e lucida consapevolezza che la giovinezza incarna. La scuola si rivela un terreno fertile per questo incontro, un ecosistema dinamico dove le generazioni si scambiano non solo nozioni, ma soprattutto lezioni di vita. Questo scambio continuo è cruciale, specialmente in un'epoca satura di informazioni spesso orientate al sensazionalismo.

La scuola cattolica

La scuola rappresenta un ambiente educativo centrale nella vita dei giovani, un luogo in cui si intrecciano relazioni significative per oltre duecento giorni all'anno, in un arco di tempo che va dai dieci ai vent’anni. Molti cristiani laici scelgono di operare in questi contesti come insegnanti, vivendo la loro vocazione con passione e competenza. Il loro contributo si traduce in una vera e propria "pastorale d’ambiente", in uno dei settori più complessi e dibattuti della società.

La Scuola come luogo di speranza

Un giovane entra in classe, spesso con un fardello invisibile sulle spalle. Magari porta con sé un passato difficile o è sopraffatto da problemi e paure. La scuola, in questo contesto, può diventare un rifugio, un luogo dove ritrovare la speranza e l’opportunità di ricominciare. È un ambiente dove si imparano non solo nozioni, ma anche a vivere, a credere in se stessi e nei propri sogni. 

Investire in educazione

Nei dibattiti pubblici, tra politici, esperti ed educatori, emerge frequentemente la domanda: conosciamo veramente i giovani? Le ripetute tragedie giovanili devono spingere educatori e genitori,  l’intera società civile a investire in un'educazione relazionale consapevole.

Essere insegnanti: un viaggio tra crisi e vocazione

Quale insegnante possiede oggi le risorse migliori per rispondere ai bisogni dei giovani che vivono in un presente dilatato, globale e contraddittorio? La realtà digitale li immerge in un flusso continuo di conoscenze effimere, relazioni superficiali e incertezze sul futuro a cui si adattano certamente meglio degli adulti, più abituati alla stabilità. Ma non basta sapersi adattare.