La fiducia non è una vuota illusione

 “La fiducia non è una vuota illusione, e alla fine, è l’unica cosa che può far sì che il nostro mondo privato non diventi un inferno”. (Hannah Arendt)

Nella cultura romana il termine “fiducia” era un concetto basilare, cardine delle relazioni personali e pubbliche. 

Riabilitare la dignità della politica

La massiccia partecipazione al voto in Francia è dovuta ad alcune cause convergenti. L’accettazione dell’idea che “l’immigrazione è un problema”, sia dal punto di vista economico che culturale e religioso, l’ignoranza o il disprezzo per la sofferenza che, oggi, la globalizzazione sta causando, favorendo ovunque l’ascesa dei nazionalismi, ma soprattutto lo sfinimento del dibattito politico che sostiene la gestione di governi basata sulla premessa dell’“ignoranza del popolo” e l’invasione dello spazio pubblico da parte dei social network commercializzati hanno come risultato la denigrazione e la repressione di tutti i movimenti che esprimono le richieste della società e ricreano la partecipazione civica.

L’eclissi dell’impegno politico e il riflusso nel privato

Tutti i giorni le agenzie d’informazione si dilettano nel riportare notizie di politici opportunisti, di azionisti onnipotenti, di iniqui padroni di “tecnologie selvagge” che sacrificano ogni pienezza di vita a una carriera fine a sé stessa e che, piegando gli urgenti bisogni delle comunità ai propri interessi, sostituiscono l'ambizione privata al bene pubblico. Sono sirene ingannatrici che nascondono l’erodersi dei grandi valori con i miraggi del tornaconto personale. 

La mentalità dello schiavo

“Non c’è nulla di più sconfortante di uno schiavo soddisfatto”. (Ricardo Flores Magon). Gli ebrei usciti dall’Egitto, liberi per un fatto tecnico ma psicologicamente schiavi, rimpiangevano i tempi della schiavitù, cercando conforto in un’idealizzazione del passato: «Fossimo pur morti nel paese d’Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà!» (Es. 16,3; Num 21,5). 

La città presente e la città sognata

L’uomo sembra amare intensamente la vita. Di fatto per il dispendio che ne fa e per il disprezzo che ne ha, provoca la domanda se ha ragioni convincenti per credere e per sperare. Nell’oceano meraviglioso ma incerto e a volte caotico che è il ciclo vitale, spesso, manca l’amore per uno sviluppo personale, come opportunità per la propria “rivoluzione umana”.

Il dubbio: un metodo per avvicinarsi alla Verità

L’oggi è caratterizzato dall’assenza di interpretazioni filosofiche del reale e, pertanto, è resa particolarmente ardua la possibilità di pensare e di praticare il superamento dell’esistente e un’opzione alternativa. Marcuse, filosofo tedesco, già negli anni sessanta, denunciava l’esistenza di un universo “unidimensionale” di pensiero e di azione, in cui progressivamente scompariva ogni forma di pensiero critico e di opposizione. (L’uomo a una dimensione).

Politica, dovere, speranza

“Ho sentito la vita politica come un dovere e il dovere dice speranza” (Luigi Sturzo)

Di fronte alla grave situazione di crisi morale a diversi livelli, dovuta ad una "decomposizione etica" provocata "dall’abbandono dei valori" è necessario oggi inventare opportune strategie che permettano a giovani di buona volontà, entusiasti di loro natura ma vittime di un nichilismo diffuso, di fare un sincero esame di coscienza per agire nei diversi ambiti della vita pubblica rispettando verità e trasparenza. C’è un diffuso concetto negativo della politica, ritenuta corruzione, carrierismo, imposizione, manipolazione o utopia.

Educare non è un mestiere

La convinzione dell’estrema importanza dell’educazione nella vita dell’uomo è spesso rimossa da mille esperienze negative, indebolita dal sottile morbo d’una indefinita stanchezza, sedata quasi per ipnosi da lunghi discorsi ripetitivi. Si aspetta da rassegnati, ci si adagia da vinti, si sogna da illusi, si fugge da vili, si giudica da interessati, ma poco si paga per quest’arte difficilissima che è l’educazione. È smisurato il carico di responsabilità degli educatori e degli insegnanti. Molti assolvono oggi al loro compito con grande fatica, poiché il dialogo e la condivisione educativa con le famiglie sono sempre più complessi e minacciati. 

Natale, un varco d’azzurro sull’orizzonte grigio del nostro quotidiano

La festa cristiana più di rilievo è ormai profanata dalle ingannevoli costellazioni luminarie che impazzano per le strade della città. I forzati dello shopping, ammaliati dalla gran kermesse pubblicitaria, bramano e spendono. Molti, per una istruzione di base o per assonanza culturale, hanno in memoria una vaga conoscenza religiosa che, però, non mobilita la coscienza e non stimola una convinta partecipazione spirituale. 

La morte è fuori o dentro la vita?

La morte con la quale tutti entriamo in contatto è una dimensione imprescindibile dell’esistenza. Quello che le conferisce importanza e significato è l’impatto che ha sulla nostra coscienza. Pertanto, è un atto di responsabilità di tutti dare spazio a questo tipo di argomento per renderci più consapevoli del valore della vita. «La meditazione sulla morte è una riflessione sulla vita, sulla sua realtà profonda e sul suo significato» (R. Garaudy).