Cercare la felicità fuori di noi è come aspettare il sorgere del sole in una grotta rivolta a Nord

La vanità delle cose, la superficialità e l'egoismo rendono l’uomo estraneo o inquieto di fronte alla fragilità del transitorio. «... il divenire riempito di eventi e circostanze, corredato di concreti contenuti, fa solo rumore». (Jankélévitch) Va riscoperta la giusta gerarchia dei valori non sacrificando la qualità della vita all’inganno di un benessere ambiguo. Che cosa basta per essere felici?

Dove mettiamo la gioia del Natale?

Il viaggio del Magi, da tanti considerato una favola, in realtà è un racconto denso di simbolismi. Anche se la tradizione, lungo gli anni, ha attribuito ai Magi un nome, un numero, un titolo regale, è per noi un impegno recuperare l'anima profonda dello scritto, senza fermarci in superficie. 

Vagabondi o Pellegrini

Il viaggio è la metafora della nostra esperienza umana. Che siamo necessariamente in viaggio è una verità assodata per tutti. Arriviamo da un punto dello spazio e del tempo e camminiamo, viaggiatori in balia di eventi e di scelte, verso un punto indefinito. 

Il paradosso del silenzio che parla

Il silenzio è una virtù quando si fa stile di vita che consente di evitare le parole inutili. Il silenzio non è, solo, la qualità di una persona introversa, ma anche il comportamento di una persona ben inserita, ricca dentro, senza vuoti interni che rintronano e tediano il prossimo. Le chiacchiere incontrastate aumentano lo smarrimento e l’incomunicabilità.

Una democrazia in crisi

Il poeta Eliot diceva: “Tutta la nostra conoscenza ci porta sempre più vicini alla nostra ignoranza. Dov’è la sapienza che abbiamo perso nelle informazioni?” (Cori da "La Rocca"). Non possediamo più criteri di orientamento, punti focali per formulare giudizi sapienti. 

Il domani: una dimensione indefinita

In un discorso pronunciato nel 2011 alla Pontificia Università Gregoriana di Roma durante la Giornata di riflessione sulla formazione sociale e politica, il cardinale Angelo Bagnasco affermava che “Il bene dell'uomo coincide con la sua strutturale apertura al futuro”. 

L’ambivalenza del “tecnologico”

Non dobbiamo dare intero credito alle notizie che vengono periodicamente pubblicate sui mali provocati dall’esagerato utilizzo del “tecnologico”. La sua inarrestabile diffusione avrebbe per alcuni rallentato e, per altri, velocizzato i processi di apprendimento, avrebbe impoverito lo spirito umano bloccando...