LA Caverna


Riscoprire chi siamo e lo scopo per cui siamo qui

“Cerca di diventare non un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore”. (Albert Einstein)

L’uomo sa inventare cose nuove e sa fare cose straordinarie, si specializza nei dettagli più impensati del “reale” ma, spesso, non cerca e quindi ignora il vero senso della vita. 

È incapace di mettersi in ascolto della domanda fondamentale che gli brucia in cuore e si fa sentire attraverso la noia, l’angoscia e quell’indefinito “male di vivere” (Eugenio Montale) da cui non può facilmente guarire. Questo “male” bisogna prenderlo in seria considerazione tentando, dai sintomi, di imparare a dare un nome alle cose e agli eventi, cercandone il senso nascosto. Nella misura in cui impariamo a nominare la realtà e la vita, senza la pretesa di giudicare e condannare, emarginare ed escludere, riscopriamo la nostra umanità, qualità che rischia di rimanere sepolta, se non troviamo la risposta. “...la vita ha precisamente il senso che noi stessi siamo disposti ad attribuirle”. (Hermann Hesse) Papa Francesco, consapevole che stiamo vivendo in un’epoca storica conflittuale e che, senza voler rendercene conto, si sta combattendo una “terza guerra mondiale a pezzi”, ci invita ad auto-comprendere, smontando illusioni e trionfalismi, che viviamo in un “ospedale da campo”. Con l’inganno e l’apparenza nascondiamo la nostra identità e adattiamo la nostra vita al “sistema” che ci ha convinto e adescato. Annulliamo noi stessi per conformarci alle convenzioni sociali, aderendo senza riserve al volere della massa. Non è facile capire i segni dei tempi e troppo facile cedere alla comodità del conformismo. Dobbiamo fare silenzio, osservare e riflettere, valutare i tempi e cambiare con loro, capire bene cosa accade dentro e fuori il nostro animo. I molti condizionamenti esterni che premono inducono a un più comodo non fare. Nonostante che il mondo secolarizzato e confuso abbia smarrito molti valori ereditati da un passato di fede pur con limiti, infedeltà e inadeguatezze, non dobbiamo da giudici valutare con arroganza persone, culture ed eventi ma sentirci “compagni di viaggio”, convinti che ci è stato dato il potere enorme dell’amore da esercitare ovunque e in ogni istante. Questa consapevolezza, anche se talvolta costerà fatica, renderà i nostri gesti intenzionali, decisi e voluti. Con questi atteggiamenti riverseremo nell’universo l’amore che tiene in vita “il reale”: il mondo diventerà più umano. Resi più capaci di trascendere le nostre ferite, le vicende dolorose vissute, sperimenteremo nel cuore la pace e renderemo testimonianza con la nostra vita perché altri si aprano alla speranza di un mondo diverso. Per paura di essere rifiutati abbiamo, nel tempo, indossato maschere e abbracciato standard di vita che ci impediscono quel viaggio trasformativo che ci porterebbe a realizzare noi stessi. Solo l’amore fa cadere le maschere, ci aiuta a uscire dai meccanismi che ci bloccano, ci fa sapere che Qualcuno ha cura di noi, ci dona la sicurezza che non siamo dimenticati, non siamo soli, non siamo in balia del caso o degli eventi, e che ogni cosa accade sempre in braccio a Qualcuno. Questa scoperta di senso del viaggio della vita ci motiva nel profondo a camminare con serena speranza.


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In questo numero hanno scritto:

Alessandro Cesare Frontoni (Piacenza): 20something years-old, aspirante poeta, in fuga da una realtà troppo spesso pop
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro