Negli ultimi giorni Tesla ha annunciato che venderà la licenza del proprio software di guida autonoma alla casa dell’ovale, certificando l’enorme ritardo del concorrente.
Quella di Tesla è la seconda vittoria in poche settimane, segue l’adozione del suo standard di caricatori elettrici da parte dei produttori automobilistici, tra l’altro pagata ben $7 miliardi dall’amministrazione americana. Altra prova del vantaggio competitivo di Musk sui concorrenti, con i tedeschi che letteralmente non sanno più che pesci pigliare dopo investimenti miliardari.
Ford non è la prima azienda a trovarsi in difficoltà nel passaggio al digitale, l’esempio principale resta GE e molte altre che hanno fallito allo stesso modo: come mai?
A molti sfugge che il software sfugge ai nostri sensi, e non ha alcuna possibilità di adattarsi: per sviluppare un algoritmo bisogna avere una chiarissima definizione del problema, e della ricetta precisa per risolverlo. Questo significa che si può fare rapidamente quando i casi d’uso sono pochi e non si da’ spazio alla fantasia. Se pensate alle Tesla, con solo tre modelli e pochissime opzioni, avete un prodotto molto standard: questo è l’unico modo per fare un software che funzioni senza spendere un patrimonio. In Ford prima fanno l’automobile e poi ci cuciono sopra il software, un Arlecchino di 200 colori attaccati letteralmente con lo spago. In Tesla prima fanno il software, e poi consentono solo il minimo numero di opzioni fisiche per dargli una parvenza di varietà. In effetti, come la Model T di Ford, anche la Tesla da’ pochissime scelte al cliente.
Il secondo grande vantaggio di partire dal software, è che progetti fin da subito tutti i pezzi dell’ecosistema necessario a funzionare al meglio. Ecco che progetti il veicolo, ma anche le batterie, i pannelli che caricano le batterie, i charger per guidare da un posto all’altro senza rimanere fermi. Se invece pensi al prodotto fisico, ammesso e non concesso che faccia un’automobile perfetta, come puoi competere se poi non carica, e non interagisce con la casa, come il concorrente softwarista?
Ed infine il concetto che vedo essere oscuro a molti: il vantaggio di dare agli altri il proprio software, di rendere la piattaforma aperta in modo che altri la adottino e non ne facciano una diversa. La Tesla a breve controllerà come e quanto caricano i suoi concorrenti, che ovviamente avranno il beneficio di non aver dovuto spendere i soldi di Tesla per i caricatori, ma allo stesso tempo hanno abdicato qualsiasi possibilità di recuperare su Musk. Controllando tutta la filiera, in una logica totalmente contraria a quella dei concorrenti, Tesla raccoglie dati precisi da tutti gli oggetti connessi alla sua rete, ed i margini li fa con il software che ottimizza i diversi casi d’uso, non con la lamiera.
Buone vacanze!