Su Twitter ogni tanto posto i pali della luce più penosi che trovo: sfilacciati e cadenti, raffazzonati con pezzi di legno per stare in piedi, son quelli che portano la corrente nelle case da $4 milioni cadauna dei ricchi bostoniani. Come siamo caduti così in basso? Tucker Carlson, ora libero dalle briglie di Fox News, interroga i candidati alle prossime presidenziali, e chiede quello che tutti vorremmo sapere. Ma ve lo fate un giro nelle nostre città? Vedete in che condizioni di povertà abbiamo così tanti cittadini, treni che deragliano ogni due giorni, infrastrutture allo sfacelo, l’abuso di droga? Cosa state a fare a Washington se non migliorate il nostro tenore di vita, per tutti, e non solo per il 10% della popolazione?
Queste domande trovano una risposta decente solo da due dei candidati, Trump e Kennedy, gli altri forse vengono da Marte, o devono ancora far partire i neuroni: dicono cose immonde. La risposta in comune a Trump e Kennedy è la necessità di darsi una calmata con questa guerra in Ucraina, con la censura sulle informazioni malamente giustificata dalla necessità di proteggerci, con il continuo andare ad attaccar briga con mezzo mondo. Specie Kennedy, ha buon gioco a ripetere parola per parola i messaggi di suo padre e suo zio, e sale parecchio nei sondaggi, nonostante abbia il partito Democratico contro. Il suo partito lo attacca come fece con Sanders, perché non può tollerare un elemento esterno alla cricca.
Vedremo come prosegue il dibattito. Ora iniziano le due o tre settimane in cui la maggior parte degli americani va in vacanze: i ragazzi hanno finiscono le attività extrascolastiche, tra un mese bisogna ripartire con la scuola, è il momento giusto per staccare da tutto. Quest’anno abbiamo ripreso ad andare in vacanze come ai tempi d’oro: stiamo affollando aeroporti e strade per uscire dalla routine quotidiana. Moltissimi vengono in Europa, pronti a sciropparsi ore di code sotto il sole cocente pensando a Greta ed al suo riscaldamento climatico. Spero che queste settimane di svago e di spesa ci consenta di fare per bene i nostri compiti delle vacanze.
È importante tornare a scuola ed al lavoro abbronzati e rilassati, ma in questo contesto dobbiamo riempire le pile del nostro ottimismo. Dobbiamo trovare un qualcuno o qualcosa che ci riporti alle convinzioni che ci avevano dato i Kennedy Senior, Martin Luther King, personaggi che non troviamo più nel nostro scenario politico. Gli ultimi scandali hanno dimostrato che ad Harvard continuano ad andarci i ricchi, che l’ingresso forzato di alcuni neri a scapito degli asiatici è solo un paravento per non cambiare nulla. Ma quando la famiglia nera media guadagna otto volte meno della famiglia bianca, quando dopo gli anni del “Yes, we can!” (si, possiamo) di Obama siamo ancora nella stessa condizione, l’ottimismo torna solo se cambiamo davvero.
Una vacanza ben fatta è quella che ci riporta a casa con esperienze e ricordi nuovi, ma specialmente con la rinnovata convinzione che dobbiamo essere liberi, di dire, ascoltare e fare quel che vogliamo, e farlo per la nostra felicità, non quella di uiguri, taiwanesi o ucraini, che fratelli non sono. L’ottimismo americano viene dalla nostra indipendenza, e lo dobbiamo riprendere: fare in modo che tutte le persone siano uguali ed indipendenti, che abbiamo diritti inalienabili, e tra questi quello alla vita, alla libertà, ed al perseguire la loro felicità.
Buone vacanze a tutti!