L’articolo odierno poteva essere un mite saluto estivo in vista della chiusura di Zafferano.news per la pausa agostana, ma evidentemente non sarà così. Ho scoperto dalla segnalazione del nostro editore un fatto alla parvenza insignificante, aneddotico, dilettoso quasi: un vecchietto sale sul treno, vede un’allegra comitiva di giovani vacanzieri e siccome non frequenta la bocciofila, decide bene scriverne denigratoriamente su “Repubblica”. L’anziano in questione è Alain Elkann, uno di quelli importanti si direbbe in gergo, forse proprio per questo indispettito che dei ragazzini diretti al mare non l’avessero riconosciuto. Vi dirò così, amichevolmente, inter nos, che nemmeno io avevo la più pallida idea di chi fosse fino alla spiacevole lettura della sua infelice invettiva alla gioventù.
Ma perché sono arrabbiato? La psicologia insegna come la rabbia nasca dal forte dolore che non riusciamo a incanalare correttamente. Ecco, mi sento addolorato, per molteplici ragioni, prima su tutte, umana troppo umana, è l’avere io stesso ventun anni e voler pensare di non essere un “lanzichenecco”. Certo, nella vastità sociale ci sono individui che non frequenterei, ma esistono pure tanti di noi che si spaccano la schiena fra università costose, lavoro sottopagato, tirocini fatti “pro bono”. Fosse solo questo sarebbe mero cozzo generazionale, tuttavia questa ferita aperta brucia al pensiero che le parole del benamato signore sono finite sulla stampa nazionale. Navigando a vista nel mondo editoriale da quasi due anni, ho potuto capire in questo breve tempo come l’intero sistema stia naufragando per l’inopia di giovani lettori. Mi chiedo: hanno pensato che insultandoci acquisteremo più quotidiani?