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"Non hai mai fatto teatro? Meglio!"

Se vi è capitato di passare per le varie sedi dell’Università di Pavia, non potete non aver notato, appese alle bacheche, le numerose locandine del Collettivo Teatrale dell’Università. Se vi state chiedendo cosa sia il Collettivo Teatrale, i ragazzi del gruppo sono qui per rispondere alle vostre domande.

1. Descrivi l’attività del Collettivo.

La definizione è una sola: il Collettivo è un gruppo di ragazzi che si trovano due ore a settimana, in un’aula della sede centrale dell’Università, per condividere l’esperienza teatrale e, più in generale, dell’arte. Ogni incontro è condotto da un gestore diverso. In questo modo, tutti possono dare il proprio contributo. Ogni intervistato, tuttavia, aggiunge una sfumatura diversa e personale alla risposta sopra riportata. C’è chi si sofferma sull’importanza del Collettivo come luogo di svago e di liberazione della mente dallo stress, c’è chi elogia l’inclusione che regna nel gruppo, chi sottolinea che il Collettivo insegna a rispettare il proprio ruolo e quello altrui, chi afferma che il Collettivo permette ai partecipanti di trovare la loro versione più autentica.

2. Hai mai gestito un incontro? Se sì, che tipo di attività hai proposto?

Non tutti hanno avuto modo di cimentarsi nella gestione di un incontro. C’è chi, in verità, confessa di preferire vestirsi del ruolo del partecipante e affidarsi alle prove proposte da chi conduce. I ragazzi che riportano esperienze da gestori, invece, raccontano di aver organizzato incontri di vario genere, dai classici e sempre apprezzati giochi di improvvisazione ad attività canore, dalla scrittura di brevi copioni a momenti di sperimentazione a tema “dinamiche interpersonali”.

3. Descrivi il Collettivo con alcuni aggettivi.

Viscerale, leggero, omeostatico, informale, ludico, poliedrico, sorprendente, divertente.

4. Quale pensi che sia la caratteristica principale del Collettivo?

Dall’assenza di ruoli gerarchici al volontariato, dall’inclusione alla possibilità di esprimere l’autenticità in uno spazio libero dal giudizio… Ogni risposta cattura aspetti differenti, restituendo un’immagine del Collettivo caleidoscopica, ricca e completa.

5. Quale pensi che sia l’obiettivo del Collettivo?

Seppur con parole diverse, gli intervistati esprimono il medesimo concetto: scopo principale del Collettivo è favorire la libera espressione individuale e la creazione di legami interpersonali oltre la zona di comfort. Da questo punto di vista, il Collettivo gioca un ruolo decisivo nella crescita personale. C’è chi, inoltre, aggiunge un altro dettaglio: missione del Collettivo è anche creare uno spazio di divertimento sano, lontano dalle mode e dalle occasioni di svago comuni tra i giovani.

6. Hai esperienze artistiche (canto, teatro, musica…)? Se sì, che dinamica c’è tra studi artistici e attività del Collettivo?

Benché la locandina incoraggi soprattutto la partecipazione di persone che non abbiano mai recitato (e i partecipanti di questo genere compongono, comunque, una buona fetta del gruppo), nel Collettivo c’è anche chi di teatro mastica già qualcosa. Che siano corsi o laboratori scolastici, esperienze teatrali di varia natura sono il background di diversi membri del Collettivo. Ma quando si parla di arte, non si parla solo di teatro! Alcuni partecipanti hanno anche conoscenze musicali e canore. Certamente, come i ragazzi stessi ammettono, alla varietà della formazione dei componenti del gruppo corrisponde una varietà (e una continua novità) di attività proposte.

7. Cosa ti auguri per il futuro del Collettivo?

Gli auguri sono i più disparati. I più sperano in una sempre maggiora affluenza di partecipanti e in un ricambio che permetta la gestione degli incontri anche a persone nuove. Ma c’è anche chi auspica a un Collettivo ancora più desideroso di mettersi alla prova in contesti nuovi, magari… anche nella realizzazione di uno spettacolo?! L’augurio maggiore, infine, è che il Collettivo continui a essere un luogo di grande bellezza.

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In questo numero hanno scritto:

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
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Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.