Giornalismo in versi liberi

Comunicazione ai lettori. In questo 2024, per una dozzina di volte, il Cameo cambierà postura, adottando una modalità di scrittura sperimentale, una sorta di “giornalismo in versi liberi”; un primo esempio di Cameo Poesia lo troverete sotto. Mercoledì 7 febbraio ore 18,30, ci sarà una diretta podcast su X (ex Twitter) ove la versione Cameo Poesia sarà oggetto di approfondimento per quelli che lo vorranno, sia del mondo di Zafferano.news con ovviamente i suoi 19.000 abbonati, sia tutti quelli presenti su Twitter, sia quelli dei giornali che riprendono il Cameo e dei centri di ascolto che stanno nascendo sul territorio in modo autonomo.

Uno scoop su Pfizer a costo zero

È noto che Zafferano è nato con il sogno (folle) di riscrivere alcune regole del giornalismo, sulla base di alcune nostre idee, da parvenu. Una di queste era quella di non perseguire un’idea di scoop fine a se stessa e dai costi elevati, nella convinzione che i quotidiani del mainstream siano già ricchi di potenziali scoop a costo zero. Si trattava di coglierli e disvelarli come tali. Ecco un caso.

Una genialata: trasformare la transizione ecologica in transizione sociologica

Alcuni anni fa scrissi il Cameo che troverete sotto “virgolettato”. Era stato appena deciso che dal 2035 le auto prodotte o importate in Europa sarebbero state solo elettriche. Aggiunsi una battuta sull’agricoltura e sull’allevamento.

Infatti, liquidata l’industria dell’auto, adesso tocca all’agricoltura e agli allevamenti. Per questo trattori, macchine movimento terra, camion, marciano su Berlino. E il losco governo semaforo (socialisti, liberali, verdi) li contrasta.

Nel 2024 tutti i nodi arriveranno al pettine. che succederà nel buio dell’urna?

Un tempo nel mondo giornalistico c’era molto interesse per il cosiddetto “fondo”, l’editoriale di inizio anno firmato dal Direttore. Scritto di suo pugno, con stilografica pregiata, nella solitudine operosa del suo studio d’angolo, foderato con essenze rare, veniva letto in religioso silenzio, come si conviene alle bolle papali. Perché lui era un Papa e i suoi giornalisti erano sacerdoti laici a lui devoti, fino al martirio.

Ragazzi, giornalismo è saper collegare i tanti "puntini" della vita

L’idea iniziale di Zafferano.news è stata quella di fare innovazione nel mondo del giornalismo e dell’editoria, mettendosi però nei panni dei lettori. Di più, farlo partendo dai giovani, visto che rifiutano il modello editoriale-giornalistico in essere, non leggendo i quotidiani, e poco o nulla i libri.

In che modo? Riuscire a collegare i tanti “puntini” della vita vera, seguendo un fil rouge, quello che fa di te un lettore prima, un giornalista poi (forse). Nessuna ricetta, se non lavorare con amore e provare e riprovare a scrivere con tanta fiducia e determinazione. Con accanto il Zanichelli.

Joe Biden e i due "pariah", Vladimir e MBS

Pur essendo digiuno di politica (della politica mi interessa solo il linguaggio, non i leader), confesso che fui molto colpito quando Joe Biden bollò come “pariah” sia Mohamad Bin Salam sia Vladimir Putin. Le motivazioni per usare la parola “pariah” erano ineccepibili e assolutamente condivisibili da tutte le persone perbene: l’assassinio-massacro di un giornalista del Washington Post e l’invasione in Ucraina, li connotava come criminali, da eliminare dalla scena politica.

Carne finta: un'auto-intervista distopica

Per parlare della “carne finta”, in luogo del Cameo classico, mi sono inventato un’auto intervista, dove RR intervista R. Linguaggio e contenuti sono volutamente distopici, visto che le ignobili teorie cancel-woke spingono l’Occidente verso un mondo di mediocrità diffusa, al quale ci si può opporre solo uscendo dagli schermi della censura, scrivendo appunto con modalità distopiche.

RR La ringrazio di aver accettato di rispondere su un tema diventato improvvisamente caldo: la “carne finta”, che il politicamente corretto ci impone di chiamare “carne coltivata”. So che lei, oltre che studioso del CEO capitalism, è anche un gourmet.

Un mondo in tranche!

“Questo è un mondo in tranche!”.

Questa frase la pronunciò nel 1938 Leopold Schwarzwild, editore della più importante rivista tedescofona dell’esilio francese NTB (Das Neue Tage-Buch) in un colloquio con Oscar Levy, ebreo, medico, intellettuale tedesco, in esilio per tutta la vita (ebbe il Passaporto Nansen N° 1 per gli apolidi perenni). Proprio in quell’anno, pochi mesi prima della “Notte dei Cristalli”, cioè un anno prima dell’inizio della Shoah, scrisse una lunga lettera (aperta) ad Adolf Hitler.

Ragazzi, oltre la siepe c’è solo il buio, e con il buio dovrete convivere

Lunedì 20 novembre, alle ore 21, al Teatro Gioia (ex Chiesa del Gesù) di Piacenza si terrà la prima assoluta di una Pièce teatrale tratta dal libro “Guerra e Poesia”. Sul palco ci sarà una giovanissima (Gen Z.) studentessa di lettere antiche, Silvia Andrea Russo, che l’ha scritta, sceneggiata, diretta, e la reciterà. Sarà accompagnata alla chitarra da suo fratello Ludovico, mentre la voce fuori campo, registrata, sarà la mia. Dopo la Pièce (30 minuti) ci sarà la classica presentazione del libro.

La poesia come conoscenza - La recensione di Giovanni Maddalena

Giovanni Maddalena ha scritto questa recensione. Ha colto in modo magistrale il vissuto che c’è dietro al libro, sintetizzato dalla frase che mi accompagna da tempo “Non può finire così, qualcosa succederà”. Per questo gli ho chiesto il favore di pubblicarlo nel Cameo. 

LA POESIA COME CONOSCENZA 

Per parlare di Guerra e Poesia Riccardo Ruggeri scopre la poesia.