Tre Camei vacanzieri


...per chi se li fosse persi

Per gli abbonati di Zafferano, ecco i Camei di Riccardo Ruggeri usciti durante la pausa natalizia.

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Cameo del 04.01.2025

“IDEA ORGANIZZATIVA PER IL XXI SECOLO”. CHE C’É DIETRO? 

Nel prossimo Cameo verrà ufficializzata IDEA (Idea organizzativa per il XXI secolo, con IA incorporata). Questo è una amuse-bouche per sollecitare le papille mentali di chi ama l’alta cucina dell’organizzazione.

Che IDEA sarà mai quella di un vecchio signore che decide di trasformarsi in cantastorie medioevale, spendere l’intero suo novantunesimo anno per andare su e giù per Italia, Vaticano, Svizzera italiana, per illustrarla, “in presenza” o “streaming”, chiedendo solo di essere invitato?

Che c’è dietro IDEA? Nulla, se non la mia profonda convinzione che le “organizzazioni umane” che ci siamo date nel Novecento siano via via diventate talmente rigide da non rispondere più al bisogno di cambiamento che il futuro impone. Sembra quasi che, a loro insaputa, vadano assumendo la rigidità della morte. Se così fosse, IDEA potrebbe essere la risposta? Questa è la scommessa.

Cos’è IDEA? Banalmente, il sogno di un ventenne plebeo, oggi si direbbe un “ultimo”, che allora voleva cambiare il mondo semplicemente cambiando il modello organizzativo delle organizzazioni umane “grandi, medie, piccole”, in essere da duemila anni.

Nei primi anni Sessanta, lo volevo fare ispirandomi al modello organizzativo della Chiesa cattolica, articolato da sempre su soli tre livelli (sic!), sposando in parte la filosofia organizzativa delle Abbazie.

Solo dopo oltre sessant’anni di studi e di pratica manageriale ho deciso di parlarne in modo strutturato, stante che IDEA era stata ormai testata sul campo. Vi erano state, a partire dagli anni Novanta, tre “Execution in corpore vili” di certificato successo (una multinazionale, poi quotata a Wall Street, un’innovativa iniziativa editoriale “libri & giornali”, un caso di “organizzazione domestica”). Oltretutto, IDEA ha già incorporata la sua IA, che può farle fare un altro salto di qualità. Ne parleremo nel corso del Grand Tour.

Com’è stata configurata IDEA?

1 Lavorando su una diversa declinazione di quattro parole chiave: delega, selezione, formazione, leadership collegate da un fil rouge che le potenzia e le rende, operando sul loro assemblaggio, strategiche;

2 Confinando la parola controllo nello zoo amministrativo-logistico a lei assegnato:

3 Dando a IA un ruolo attivo di “profondità”, con però uno spettro orizzontale limitato al controllo amministrativo-logistico dell’intero processo.

Il tutto in un coerente scenario strategico di riferimento: si veda l’autoassegnarsi la delega “modello anestesista” del primo esempio applicativo.

I tre esempi applicativi, tutti di successo, ora configurano compiutamente IDEA. Ho deciso che questi non verranno messi per scritto ma raccontati a voce: mi rifiuto di trasformarli in business case fini a se stesso. Il business case non sono le tre applicazioni, lo è IDEA, senza di lei, e il quadro strategico di riferimento dato, i tre “casi” non sarebbero mai nati.

Se si osservano i risultati politici-economico-culturali dell’Occidente in questi ultimi trent’anni (dalla caduta del paracarro militar-culturale rappresentato dal Muro di Berlino in avanti) si ha la conferma che la risposta “tecnocratica”, sia in termini di modelli culturali, sia di singole leadership, abbia fallito. Ha dimostrato di non avere gli anticorpi per liberarsi sia della burocrazia esistente, sia di quella autoprodotta, oltre a non disporre di ormoni potenti per affrontare d’impeto il futuro, uscendo per sempre dalla rigidità burocratica dei protocolli esistenti.

Siamo ormai in presenza di organizzazioni, spesso di enormi dimensioni, addirittura semi monopoli, che il “mal sottile” prodotto dall’attuale modello organizzativo (responsabilità, funzionamento, costi, da decenni spesso non più governabili) ha ingessato dentro un involucro burocratico. Quando si raggiunge una certa fragilità economico-organizzativa per uscire dal cul de sac risulta impossibile una loro ristrutturazione, si impone una rifondazione.

IDEA potrebbe essere la risposta? Io ci credo. Il 16 gennaio il Gran Tour inizia, prima tappa il Politecnico di Torino.

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Cameo del 28.12.2024

ANCHE NEL 2025 CONTINUEREMO A SBRANARCI FRA NOI?

Capodanno è il giorno dei consuntivi sul passato e dei sogni sul futuro. C’è una notizia, infinitesima per tutti voi lettori, ma non per me: il mio Guerra e Poesia è stato un grande flop editoriale. Non per le copie ma per l’indifferenza. E un libro che suscita indifferenza non si deve scrivere. Avendoci dedicato un’intera vita a viverlo, prima ancora che a scriverlo, la delusione è verso me stesso! Soprattutto perché nel libro le mie parole (scritte in corsivo) erano pochissime rispetto a quelle di una trentina di grandi scrittori, da me molto amati, che ho assemblato seguendo un certo fil rouge. Li ho traditi. Ormai quasi tutti sono di là, come la prenderanno?

Scrivere libri sbagliati deriverà dallo studiare su libri sbagliati o dall’essere tu uno sbagliato? Oppure stiamo vivendo la fine di un’epoca dove le leadership si sono rivelate tutte sbagliate? Non criminali di guerra, secondo tribunali on demand, ma svergognati bugiardi.

In politica, per me, la menzogna è il reato più osceno. Disprezzo profondamente costoro. Quanti saremo che la pensiamo così?

Lo sapevate che i pochi abitanti di Mayotte, isola francese nel canale del Mozambico, hanno accolto il Presidente urlandogli: Dimettiti, smettila di raccontarci bugie! Pur non essendo francese mi sento rappresentato da questi cittadini di etnia mahoriana. Mi ritrovo in questa locuzione-sintesi di disarmante semplicità, che però sgorga dal cuore: “… smettila di raccontarci bugie”. È ciò che provo ogni giorno leggendo i giornali o le tv di regime, ascoltando costoro blaterare sul nulla.

Ho finito La grande guerra del Peloponneso 447-304 c C. di Luciano Canfora. Sarà anche questo un libro sbagliato di un autore sbagliato? Il suo impeccabile parallelo fra quella guerra di 2.500 anni fa e le due nostre del Novecento (quella ucraina è “frutta” della Seconda o “aperitivo” della Terza?). Ci ricorda l’idiozia politica dei greci antichi trasferita pari pari, via internet, a noi europei moderni. Infatti, ateniesi e spartani, pur essendo colti, nella pratica del vivere erano degli idioti totali. Come noi, oggi.

Tucidide descrive battaglie sanguinose per mare e per terra: devastazioni, saccheggi, massacri, stragi, tradimenti, carestie, corpi devastati. E ancora, guerre civili nelle città divise fra filo Atene e filo Sparta. E questa grande volontà di combattere di entrambi i popoli pseudo fratelli come finisce? Atene e Sparta, esauste, scompaiono dalla storia.

Cari idioti ateniesi e cari idioti spartani, complimenti vivissimi, seppur in ritardo di duemila anni, per la vostra ridicola protervia.

Apri un quotidiano o ascolti un talk, dominato da conduttori sempre più macchiette di loro stessi, e ti pare di essere tornato a duemila anni fa. C’è un concetto, un verbo che accomuna loro e noi, è completamente uscito dal linguaggio di oggi, nessuno lo usa più, ma tutti lo pratichiamo: “sbranarci”. Oltretutto sbranarci sul nulla. Che gusto ci sarà mai?

Com’è possibile scegliere leader che, incapaci di risolvere i conflitti (sarebbe il loro mestiere) non sanno far altro che portare i loro popoli, dividendoli fra patrizi e deplorables, a “sbranarsi”? Prima a parole, poi con le armi?

Canfora ci ricorda che nel XIX secolo l’Europa dominava gran parte del mondo, poi con le due Guerre del primo Novecento si è suicidata, declassandosi a potenza di seconda fila. Con la prossima puntiamo forse alla terza fila?

E ora? Ci hanno ridotti a ripetere slogan senza senso: “L’Europa green sarà il giardino del mondo!”, “La cultura e il turismo sono il nostro petrolio!” E intanto la baronessa, con la sua banda di scappati da casa, distrugge le industrie e i commerci. Chi sono i colpevoli di questo scempio sociale? Lo sappiamo, eppure ci teniamo queste nostre leadership languido-scellerate che continuano a governare utilizzando narrazioni woke sempre più ridicole.

In un racconto di Franz Kafka del 1917 (Un vecchio foglio) c’è una frase che rappresenta sinteticamente il mondo di oggi. “È un malinteso, ed è quello che ci manda in rovina”. Fermiamoci a riflettere. Sarà stato un malinteso il virus di Wuhan? Un malinteso l’auto elettrica? Un malinteso la guerra ucraina e quella israelo-palestinese? Un malinteso la transizione climatica? Un malinteso l’arrivo di Donald Trump e di Elon Musk? E noi? Saremo mica diventati un malinteso di noi stessi, a nostra insaputa? Prosit!

Buon Anno a tutti, di tutto cuore.

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Cameo del 20.12.2024

I BARBARI BIANCHI DI VERLAINE

Per me gli anni 2020-21-22 sono stati anni terribili, in termini culturali, non certo psicofisici.

Mi sono sentito moralmente violentato in quelli che chiamo i “miei territori inesplorati della mente e dell’anima”.

Ora ne parlo, forse perché ho superato il paracarro dei novanta, entrando in una dimensione umana più rarefatta.

Però si impone una mia feroce seppur serena autocritica. Questo è un Cameo privato, che decido di rendere pubblico.

Di tutto ciò ho incolpato, non certo per dolo ma per incompetenza, le leadership del G 7, sintesi suprema del potere in Occidente.

I Barbari Bianchi di Paul Verlaine.

Mai avrei immaginato di vivere così a lungo da vederli cadere tutti, come tanti pupazzi di neve.

Non posso dimenticare quei giorni, venivamo sfregiati in contemporanea dal Virus di Wuhan, dalla Guerra ucraina, dalla transizione climatica, affrontate dalle nostre leadership in modo fanciullescamente velleitario, perché dominate da un ridicolo furore ideologico.

Avevo capito che avevano perso la testa, che le loro leadership non erano all’altezza del momento, eppure io, non solo giornalista ma pure editore, tacqui.

I Barbari Bianchi di Verlaine, devastati da un irresistibile languore woke, “un tedio d’un non so che attaccato all’anima”. Ma io tacevo.

Con infinita arroganza prendevano decisioni non meditate, molti di noi capivano che sarebbero state suicide per il nostro futuro, ma io continuavo a tacere.

Lo stesso avveniva a Oriente, i cui autocrati, certamente peggiori dei nostri, avevano comportamenti ancora più malavitosi.

Sognavo che anche loro cadessero, come tanti pupazzi di neve.

A Oriente gli autocrati si impongono con la forza, e con la forza vengono rimossi da altri autocrati, più giovani, peggiori.

A Occidente gli autocrati sono mascherati da democratici, perché democraticamente furono eletti e democraticamente verranno rimossi, nell’urna, sempre e solo grazie alla Plebe. Come sta avvenendo. Questo ci differenzia dall’Oriente.

A Oriente vengono non dimessi ma dismessi, con biglietti di sola andata per l’Inferno.

A Occidente no, seppur falliti pretendono ancora di influire. E noi glielo permettiamo, solo perché sono affascinanti patrizi.

Dopo i loro fallimenti non uno che abbia fatto uno straccio di autocritica, non uno che abbia chiesto scusa ai suoi concittadini. Anche i cosiddetti migliori cercano furbescamente di riciclarsi, fischiettando, con narrazioni altre.

Io stesso queste verità le scrivo oggi, e non allora. Perché? È la miserabile codardia di un patrizio di complemento.

Mi riconosco solo il coraggio di “salvare” Joe Biden (abbandonato persino dall’ignobile NYT) perché sarebbe umanamente ingiusto paragonarlo agli altri.

Era già “svagato”, quindi “non colpevole”, prima di essere eletto Presidente, ma i cittadini americani, e noi, non lo sapevamo.

Chi doveva saperlo lo sapeva, eccome! Ma ha taciuto. Questa è criminalità politica, non rispetto della privacy.

Che dire? È il CEO capitalism, bellezza!

Sono felice, più passano gli anni più tutti i nodi arrivano al pettine, più vedo enormi praterie per il successo della “Idea organizzativa per il XXI secolo”.

A tutti, tanti auguri di Buon Natale, di tutto cuore.

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