Musica in parole


Il viaggio in treno di Rossini

Gioacchino Rossini a quanto pare fece un unico viaggio in treno - da Anversa a Bruxelles nel 1836 - e risulta che l’esperienza sia stata per il Maestro un vero disastro, causa la paura della novità e le non molte comodità che i treni a quei tempi offrivano. La brutta avventura lasciò però un segno positivo sul pentagramma, perché si pensa che sia stato proprio quel viaggio a ispirare al compositore “Un petit train de plaisir”, piccolo gioiello per pianoforte.

La composizione fa parte della raccolta “Péchés de vieillesse”, pezzi destinati prima di tutto al pubblico di amici e conoscenti che spesso Rossini invitava nella sua villa di Passy vicino Parigi, buen retiro del Maestro da quando (a soli 37 anni) decise di ritirarsi a vita privata.

Il brano, composto da una serie di mini episodi concatenati, descrive in musica e in modo scherzoso, un viaggio su rotaia; segnate sullo spartito anche esaurienti e spiritose didascalie.

“Cloche d’appel” apre il racconto: il pianoforte imita la campana che annuncia il treno in partenza. Una sequenza di rapide note segnala la salita dei viaggiatori e poi si parte, col suono imitativo delle ruote in movimento. Dopo un primo tratto sulla strada ferrata, il fischio del treno (un sifflet satanique!, secondo il compositore) e una melodia che imita i freni indicano l’arrivo in una stazione.

Si riparte ma stavolta non va tutto liscio e i viaggiatori subiscono un deragliamento (terrible deraillement du convoi!). Uno dopo l’altro due suoni penetranti indicano un primo e un secondo ferito; ora lo spartito segna un “Lento” lamentoso; i feriti muoiono e alcune veloci note ascendenti accompagnano la prima vittima che sale in Paradiso; segue un grappolo di note che corrono invece discendendo a portare il secondo viaggiatore morto all’Inferno.

Pausa. Canto funebre e lungo Amen.

Il viaggio è finito in modo tragico ma il brano ha una coda: un “Allegro vivace” rossiniano che dopo la morte dei due passeggeri mette ironicamente in musica il “dolore degli eredi” (douleur aigue des heritiers) che pensano all’eredità; il loro stato d’animo è espresso da un divertente finale.

Rossini, abilissimo nel trasformare scene quotidiane in musica, gioca con le dinamiche, le pause e i suoni con cui costruisce situazioni buffe e paradossali.

“Un petit train de plaisir” è una piccola gemma nella vasta produzione rossiniana che ci ricorda il lato più intimo e scherzoso del grande Maestro. Pur non essendo tra i suoi lavori più celebri è un esempio perfetto della versatilità e della genialità del compositore capace di unire musica, ironia bonaria e spirito innovativo in ogni suo gesto creativo.

Per chi ha voglia di salire sul treno di Rossini ecco il video corredato da didascalie.

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Zafferano

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