Vita d'artista


Fata Morgana

In qualche occasione ho già parlato della Fondazione Trussardi e delle sue incursioni in luoghi della città già esistenti, alle volte desueti o addirittura chiusi e poi aperti solo in quella occasione, come se il luogo stesso non fosse solo un contenitore ma facesse da contrappunto al progetto espositivo, con la sua unicità, con la sua verità. 

In questo caso è Palazzo Morando, in via Sant’Andrea, all’angolo con Via della Spiga, nel cuore del quadrilatero della moda, una dimora storica donata alla città dalla contessa Lydia Caprara Morando Attendolo Bolognini che tra Otto e Novecento raccolse una vasta biblioteca su temi occultistici, spiritici e alchemici. Dal 2010 è sede della collezione di Costume e Moda del Comune di Milano. Confesso di non averlo mai visitato, per me è stata una scoperta vera e propria: il luogo è stupendo, mi ha colpito lo scalone monumentale dalle volute Rococò e, al piano nobile, alcuni ambienti decorati ad affresco e stucco molto imponenti, soprattutto i soffitti, bellissimi.

Insomma un posto straordinario per una mostra molto particolare, curata da Massimiliano Gioni, che propone un approccio al occultismo ma anche all’arte attraversata da questo tema, pieno di fascino perché porta i confini delle ragione verso l’insolito, apre un varco tra il visibile e l’invisibile. Bachofen sosteneva che “Il simbolo desta presagi che il linguaggio può solo spiegare. Il simbolo spinge le sue radici fin nelle più segrete profondità dell’anima, il linguaggio invece sfiora la superficie della comprensione come un alito silenzioso di vento … I simboli allora diventano suggestioni, sono segni dell’ineffabile ed inesauribili come questo”. In un’epoca materialista come la nostra, parlare di forze o poteri inconoscibili è certamente di grande interesse, perché è una dimensione sottesa ma forse ancora viva oggi.

Numerosissime le presenze femminili, le tante medium all’inizio dell’esposizione, e le opere prodotte in uno stato di trance, nonché fotografie di sedute spiritiche, e un’analisi storica del fenomeno che parte dalla metà del 1800. Interessanti le intersezioni con opere più contemporanee, ma anche con quelle di internati negli ospedali psichiatrici che colpiscono per la loro forza visionaria, passando per i grandi autori del Surrealismo, corrente artistica molto attenta all’inconscio. La mostra è ricchissima di suggestioni, opere di ogni genere, antiche e moderne, dal disegno ai video, al cinema, al suono, dagli oggetti rituali all’installazione, intrecciando così l’arte al misticismo, all’esoterismo, alla teosofia e alle pratiche simboliche: una mostra davvero unica, a tratti inquietante.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.