Vita d'artista


No man is an island

“No man is an island,
Entire of itself;
Every man is a piece of the continent,
A part of the main…”

John Donne, 1624

Si intitola così, come la celebre poesia di John Donne, la nuova mostra di Adrian Paci a Roma, curata da Cristiana Perrella  per il progetto di arte contemporanea promosso dal Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, in occasione del Giubileo 2025. 


L’artista albanese, ben conosciuto Italia, presenta “Home to go”, una scultura come calco di se stesso, sulle cui spalle trasporta un tetto rovesciato, come volesse evocare una sorta di Passione moderna, e “The bell tolls upon the waves “(2024), una video installazione a tre schermi allestita nelle storiche Corsie Sistine del Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia.

L’opera è ispirata a un episodio realmente accaduto: nel 1566 a Termoli, durante un attacco turco, i saccheggiatori tentarono di trafugare la Campana di Santa Caterina, utilizzata per avvisare i marinai in caso di pericolo. Un tentativo inutile dal momento che, durante il trasporto, la campana finisce in mare affondando l’imbarcazione sulla quale viaggiava. Rievocando questa storia, Paci ha progettato una campana per una piattaforma galleggiante sul mare di fronte a Termoli, in cui il mare agisce come un vettore, capace di modulare ritmo e intensità e del suono.

Il mare ritorna, in modo più classico, nelle opere di Paci da poco acquisite dalla Fondazione Fiera Milano. Piccoli e recentissimi acrilici su tavola, in cui l’idea è riprodurre un mare senza nome. Purtroppo però, forse per la presentazione non eccelsa della galleria in un post di Instagram, su queste opere grava una sovrastruttura ideologica, una retorica, una politicizzazione che svilisce tutto un sistema di valori artistici, rendendole troppo agganciate alla cronaca.

La dimensione mitologica, potente e anche terribile del mare, include ovviamente il destino amaro di chi lo attraversa per migrare, ma non può essere riconducibile solo a questo.  L’assoluto, il sublime che si presenta, è una dimensione metafisica profonda e quasi insondabile che riguarda l’uomo di fronte a una natura generosa ma indomabile: che da anni indago, a mia volta, nella pittura.

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In questo numero hanno scritto:

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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.