Ma se pensiamo al bagno nel mare, e guardiamo le opere d’arte del passato, si scopre che quest’attitudine è davvero molto recente. Nell’arte fino al Settecento le immersioni riguardano solo i battesimi, come quello di Gesù negli splendidi mosaici di Ravenna oppure nelle raffigurazioni mitologiche come la Venere che esce dal mare di Botticelli, o quelle riguardanti Diana e Atteone, mito nel quale il giovane scorge la dea durante il bagno, che poi si vendicherà: quella di Tiziano, è tra le più famose e affascinanti.
Ma è nell’Ottocento che la dimensione dei bagnanti conquista l’occhio degli artisti, la nudità dei corpi infatti che si immerge nel fiume, nel lago, nel mare e dunque in senso lato nel paesaggio, esalta la sensorialità della pelle, l’erotismo dello sguardo. Non a caso è Gustave Courbet che conquista con lo scandalo il Salon del 1853, con Les Baigneuses, che saranno anche il soggetto in tante opere di Manet, Renoir, Pissarro e infine di Cezanne che ne dedicherà un intero ciclo di duecento opere. L’obbiettivo di quest’ultimo in particolare era di integrare nel miglior modo possibile la figura umana nella dimensione naturale: le Grandi Bagnanti del 1905 è una delle sue tele più grandi e più complesse, alla quale lavorò anni, in cui i gruppi di figure hanno quasi una valenza architettonica e la scena rappresentata è fortemente evocativa e carica di mistero. Matisse ne attingerà a piene mani, come del resto Picasso, Braque, Moore.
Ma intanto una pittura che rimaneva legata alla dimensione più figurativa, tracciava delle linee che oggi apparirebbero molto contemporanee: delle opere deliziose come un piccolo olio su tela di Singer Sargent, artista aderente ai Preraffaelliti, del 1879, dal titolo “ Bambini napoletani che fanno il bagno” ha una freschezza straordinaria, come quella del lituano Johann Kureau, “Bambini che fanno il bagno” del 1900 o Joaquim Sorolla, “Bambini sulla spiaggia” stupendo, del 1909. Direzione poi accolta ed erotizzata dallo statunitense Erich Fischl che negli anni ’80 realizza una serie di dipinti sul tema del mare, definendo una certa America, dai piaceri un po’ promiscui. In particolare poi in “A Visit To/A Visit From/The Island” attraverso il contrasto di due pannelli vicini, uno raffigurante la calma di un upper-middle-class americana che si gode la vacanza assolata in un resort e l’altro un frenetico gruppo di uomini di colore che arrivano, profughi, a terra da acque scure e agitate, pone il tema del privilegio, ma anche di una certa sguaiatezza del mondo occidentale.