Per anni ha promesso che avrebbe pubblicato gli intrallazzi tenuti segreti dal Deep State, ossia dalla burocrazia delle elite di Washington, e su questo ha preso molti voti. Primo tra questi segreti, la famosissima lista di clienti di Epstein, che organizzava orge tra patrizi e ragazzine minorenni indotte alla prostituzione e drogate. Si narrava che tra questi clienti ci fossero banchieri, lobbisti, ex-Presidenti come Clinton, e sappiamo con buon grado di certezza ci sia Andrew, figlio disgraziato della mai compianta abbastanza Regina Elisabetta.
Ancora dopo l’insediamento di gennaio scorso, Trump aveva promesso di pubblicare questa lista quanto prima, ed i suoi fidi scudieri promettevano fuoco e fiamme. Adesso, forse perche’ il suo nome si trova tra quelli dei puttanieri, forse perche’ gli astri han cambiato allineamento, cambia idea: nulla da vedere qui, passate avanti, non c’e’ nessuna informazione di rilievo. Apriti cielo: gli stessi repubblicani son saltati in aria: ma come, dopo tutto quanto promesso? Ci abbiamo fatto la campagna elettorale, ma sei uscito di testa?
Per distogliere l’attenzione da Epstein, in cinque minuti l’FBI ha rilasciato ben 230.000 pagine su Martin Luther King, secretate per decine di anni e per cui esisteva una sentenza di pubblicazione gia’ dal 1997, che finora non era mai stata eseguita. Ma nessuno s’e’ distratto e mollato la presa sulla lista dei pederasti.
Il giorno dopo altro scoop riparatorio: la nostra Tulsi Gabbard ha aggiustato e ri-pubblicato il segreto di Pulcinella che gia’ conoscevamo: fu l’amministrazione Obama ad intortare i media con l’idea che Trump fosse stato eletto la prima volta grazie all’influenza di Mosca. Era tutto falso e si sapeva, ma nella nuova versione Gabbard ed il Presidente alzano la posta, e provano ad accusare Obama di alto tradimento: un crimine che comporterebbe la pena di morte. L’ex-Presidente e Premio Nobel per la Pace e’ sceso dall’Olimpo dei mega-ricchi con cui bazzica, ha rigettato l’accusa con classe e decisione: voi siete tutti matti.
Se volevamo una giustificazione dell’importanza dell’indipendenza della giustizia rispetto al potere esecutivo del Presidente o legislativo del Congresso, eccola in tutta la sua evidenza. Non pubblicare la lista di Epstein, ma pubblicare le indagini segrete su Martin Luther King, e pubblicare i dettagli della bugia russa a scapito di Trump, non sono mele e pere che fan buon peso sulla bilancia: minano la necessaria fiducia che il popolo deve avere nell’imparzialita’ della giustizia.
La nostra democrazia si regge su alcune liberta’ fondamentali, tra cui quella di esprimersi e di ascoltare liberamente, e la stampa deve poter controllare e pubblicare gli affari loschi che capitano nel nostro paese. E’ chiaro che votando un Presidente, senatori e rappresentati, si da loro mandato e fiducia a tenere alcune informazioni segrete, ma queste sono solo le minime necessarie a garantire la sicurezza e lo sviluppo del paese, non i crimini sessuali di una banda di ricconi, le malefatte di alcuni agenti FBI, o le congiure di politici e media a danno dell’avversario. Tutte queste cose devono essere pubblicate, e poi ogni cittadino se ne fara’ un’opinione.