Strauss concepì l’idea di una composizione dedicata alle Alpi fin dalla giovinezza, dopo un’escursione avventurosa nelle montagne bavaresi; la forma definitiva del brano prese però vita solo dopo anni di maturazione artistica.
La Sinfonia è articolata in ventidue sezioni continue, tutte indicate in partitura, che descrivono in modo quasi cinematografico il percorso di un alpinista. Si inizia di notte, poi dal sorgere del sole la musica ci conduce in salita e prosegue col ritorno a valle; è di nuovo notte. Ogni episodio è collegato al successivo da una logica narrativa e musicale, come un flusso continuo di esperienze.
La partitura richiede un’orchestra gigantesca, una delle più grandi mai concepite da Strauss, comprendente tube wagneriane, macchina del vento, macchina del tuono e campanacci, oltre a un impressionante gruppo di ottoni e percussioni.
Questa mastodontica presenza orchestrale consente a Strauss di creare paesaggi sonori imponenti e suggestivi: il rombo del temporale, il silenzio del bosco, il bagliore dell’alba, la maestosità delle vette alpine.
La narrazione descrive e abbraccia non solo la natura ma anche un’intera visione esistenziale per cui la montagna rappresenta una meta spirituale e conoscitiva, la natura appare quale forza primordiale e, con discesa e tramonto, l’opera piega su se stessa, come metafora della vita.
La “Sinfonia delle Alpi” ha grande forza evocativa e anche grazie a una scrittura orchestrale straordinaria ci regala un’esperienza sinestetica, capace di farci “vedere” le montagne, “sentire” il vento, e “vivere” un’ascesa anche spirituale senza tempo.
Strauss ne diresse la prima esecuzione il 28 ottobre 1915 a Berlino e “Alpensinfonie” fu accolta con ammirazione ma anche con stupore misto a perplessità per la sua grandiosità fuori scala. Oggi l’opera è considerata uno dei capolavori del tardo romanticismo e grandi direttori ne hanno lasciato interpretazioni memorabili.
Nell’esecuzione che trovate qui https://m.youtube.com/watch?v=rUjLG0Q0xtA, potete sentire un passaggio dei “Momenti di pericolo” (“Gefahrvolle Augenblicke”) che si incontrano prima della vetta.