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Dalla festa del Tacchino a Tacchino in festa

L’America è il più grande produttore di tacchini, ed il consumo pro-capite normalmente si aggira su 8kg all’anno con exploit nel giorno del ringraziamento – Thanksgiving – che quest’anno è il 26 novembre. Thanksgiving è per molti la festa più sentita in USA e Canada: le famiglie si riuniscono attorno a tavola per un pranzo che si protrae fino a sera. E’ l’unica vera festa americana, originata nel 1621 quando pellegrini inglesi...

... celebrarono il raccolto in preparazione dell’inverno, e si conclude con Black Friday, quando si smaltisce il tacchino comprando di tutto e di più. Quest’anno complice il virus aumentiamo la spesa online a $5miliardi, con la parte del leone di Amazon che aumenta del 230% rispetto ad un anno fa. 

L’anno scorso negli Stati Uniti abbiamo viaggiato 55 milioni di miglia per ritrovarci con amici e parenti, facendo la festa a milioni di tacchini. Quest’anno ne facciamo 40 di milioni di miglia, e con il divieto a riunirsi in più di 10 persone, i tacchini sentitamente ringraziano. Il danno per l’economia e’ di circa 7 miliardi di dollari nell’alimentare e parecchi anche per le linee aeree.
Che differenza rispetto all’anno scorso! New York deserta, turismo decimato, nessuna corsa ai negozi e vendite specie via internet. Chi l’avrebbe mai immaginato un anno fa? Siamo passati dall’assenza di disoccupazione a 12 milioni di senza lavoro oggi, con programmi di sostentamento al reddito ed alla casa che stanno volgendo al termine.  A Washington l’empasse al Senato dimostra il distacco delle elites dal popolo: piuttosto di non far fare bella figura all’avversario son pronti a portare alla fame milioni di americani.

Con 13 milioni di contagiati e 270 mila morti da Covid, il virus ha impattato buona parte della popolazione: almeno un parente od un amico è stato infettato. Ci sediamo a tavola con molta meno gente, solo una fesa di tacchino, in TV chiara la fatica a tenere il sorriso d’ordinanza.  Dalla festa del tacchino al tacchino in festa il passo è breve: senza vedere amici e parenti facciamo una passeggiatina e poi spendiamo ore su internet a comprare, per la gioia di Jeff.
A Washington Trump è più rilassato. La sua Operation Warp Speed è innegabilmente un successo e partono gli aerei per consegnare le prime dosi del vaccino; entro fine anno i vaccinati saranno già qualche milione, con buona pace di chi ancora vuole il lockdown.

Le banche d’affari arraffano a man bassa il denaro a basso costo e la borsa batte ogni record storico. Biden al contrario è più nervoso: nonostante sia iniziata la transizione tra le due amministrazioni, la testardaggine del presidente fa dire alla CNN che è ancora possibile che Trump resti al suo posto.  Apriti cielo: 80 milioni di voti contro 73 sono una maggioranza chiara, le cause intentate dai repubblicani sono state quasi tutte rigettate, ma una serie di norme costituzionali rende possibile la permanenza dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

Gli americani escono dal coma etilico e ipercalorico del tacchino con la speranza di sempre: quella di un mondo migliore, di un lavoro per tutti, di una classe politica che favorisca innovazione ed impresa. Vediamo tra un anno cosa dicono i tacchini.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite