Le Stelle della Scala

Gilda muore al posto del suo seduttore (il duca di Mantova) e così si compie la maledizione che aveva colpito suo padre, buffone di corte: la tragedia del Rigoletto ė annunciata sin dal “Preludio” dell’opera di Verdi con tutti quei DO ben scanditi e ripetuti (il tema della maledizione). Il finale del Guglielmo Tell di Rossini invece porta il sole, che risplende dopo le nuvole cacciate insieme all’invasore. È in questo modo, partendo dalla tragedia e auspicando un lieto fine, che si aprirà e chiuderà la serata ideata al posto della tradizionale Prima alla Scala di ogni 7 dicembre.

“A riveder le stelle”, nel nome di Dante e con la speranza nel titolo, il Teatro alla Scala proverà lunedì prossimo... 

... farsi seguire dal più ampio pubblico televisivo possibile; lo spettacolo sappiamo sarà superbo e magistralmente preparato. Tante le Stelle compresi Placido Domingo e Roberto Bolle, diretti da Riccardo Chailly; aumentano  le anticipazioni e si sa che la scenografia cambierà per ognuna delle famose Arie in scaletta, video e realtà aumentata con effetti 3D completeranno i set. Alcuni dei più noti stilisti italiani vestiranno gli artisti in palcoscenico.

Stravolta la sala perché l’orchestra suonerà in platea (il Teatro ha diffuso sui social le foto dei suoi tecnici al lavoro per sistemare una pedana sopra le poltrone) e i coristi canteranno dai palchi. Non mancheranno le sorprese; tra gli autori in locandina figura Boosta dei Subsonica (Davide Dileo) e si mormora il nome di Sting: un tocco pop alla Scala!

Ci sarà tanto da sentire e vedere e al solito sarà presente anche quel che non si vede; ad esempio il famoso palchetto n.13 - chissà se inquadrato lunedì - speciale perché tutto ricoperto di specchi in modo da scrutare ogni angolo della sala.

Non si vedrà, eppure si dice non manchi mai, il fantasma del Teatro: secondo molti è quello del soprano Maria Malibran (la diva dell’Ottocento), quello di Maria Callas secondo altri.

La regia farà una capatina dietro le quinte ma non si potrà vedere tutto il lavorìo del backstage, dove di consueto si muovono decine e decine di persone. Non si vedrà (o forse sì?) il Padiglione 36, che pure è fondamentale: fa parte del laboratorio della Scala che si trova nella ex sede delle Acciaierie Ansaldo: 20.000 mq da visitare per rendersi conto di quanto lavoro - e di che qualità! - si muova intorno alla realizzazione di un’opera lirica. Il 36 è uno spazio di dimensioni uguali al palcoscenico della Scala e lì si montano in parte gli allestimenti e si fan le prove.

La Direzione scaligera ha tenuto a sottolineare che sarà la serata dei musicisti, dei ballerini e dei tecnici, sarti, scenografi, insomma di tutti i lavoratori del Teatro (l’elenco delle professioni e mestieri che ne fanno parte è lunghissimo). “Entreremo nella fabbrica dei sogni della bellezza” ha detto il regista Davide Livermore; guardate il video girato proprio al laboratorio e non avrete dubbi che anche la sartoria, il settore scene e tutti i mestieri d’arte facciano parte della costruzione del sogno.

In attesa della serata milanese vi lascio qui il finale del Guglielmo Tell ma nella versione orchestrale, che qualcuno ricorderà come sigla d’apertura programmi della Rai. Trasmesso anche in molti altri Paesi, in Italia vedremo lo spettacolo su Rai1 dalle ore 17 di lunedì prossimo. Sarebbe bello ci fossero molti giovani che, anche solo per qualche minuto, avessero voglia di affacciarsi alla Scala.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite