Più di dieci anni fa inaugurai una mostra a Tel Aviv dal titolo “Eden”, che focalizzava l’attenzione sui primi anni dello Stato ebraico. La Terra Promessa. Dopo centinaia di anni di antisemitismo, di conversioni forzate, di messa al bando culminate nelle leggi razziali e poi nella Shoah, il popolo accusato di essere senza patria aveva finalmente trovato un posto dove fermarsi.
Descrissi gli anni dei pionieri, con in una mano la vanga e nell’altra i libri, non più sotto i cieli plumbei d’Europa, nella Diaspora, ma nel caldo torrido del deserto: un mondo fatto di famiglie, di giovani, di bambini, tanti bambini sopravvissuti alla violenza della guerra, allo sterminio di massa, che insieme volevano costruire un mondo nuovo.
Kinneret, il titolo di questo quadro, un olio su tela, è il nome ebraico del lago di Tiberiade, un grande lago simile al mare, dove vanno a bagnarsi nel caldo dell’estate gli abitanti del nord della Galilea.
