Vita d'artista


Kinneret

“Lasciatemi dire una cosa che ho contro Mosè: ci ha portato per quarant'anni in giro per il deserto per condurci all'unico posto nel Medio Oriente che non ha petrolio.” 

Golda Meir

Più di dieci anni fa inaugurai una mostra a Tel Aviv dal titolo “Eden”, che focalizzava l’attenzione sui primi anni dello Stato ebraico. La Terra Promessa. Dopo centinaia di anni di antisemitismo, di conversioni forzate, di messa al bando culminate nelle leggi razziali e poi nella Shoah, il popolo accusato di essere senza patria aveva finalmente trovato un posto dove fermarsi.

Descrissi gli anni dei pionieri, con in una mano la vanga e nell’altra i libri, non più sotto i cieli plumbei d’Europa, nella Diaspora, ma nel caldo torrido del deserto: un mondo fatto di famiglie, di giovani, di bambini, tanti bambini sopravvissuti alla violenza della guerra, allo sterminio di massa, che insieme volevano costruire un mondo nuovo.

Kinneret, il titolo di questo quadro, un olio su tela, è il nome ebraico del lago di Tiberiade, un grande lago simile al mare, dove vanno a bagnarsi nel caldo dell’estate gli abitanti del nord della Galilea.



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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.