Per il partito dell’asino, mascotte dei democratici, una sconfitta bruciante. Hanno bloccato il governo federale per 40 giorni, a parlare dei diritti dei malati e giustificando il blocco agli stipendi di milioni di lavoratori pubblici, per poi fare marcia indietro e sperare nella benevolenza di avversari e Presidente, veri asini.
Fin dall’inizio dello shutdown pochissimi democratici si erano opposti alla linea del partito con logica e pragmaticità, per esempio Golden dal Maine, che spiegava come il gioco sulla pelle di 50 milioni di americani non valesse la pena per una vittoria di Pirro. A soli 43 anni ora lui abbandona, dopo che le minacce di morte e di attacco alla sua famiglia hanno passato il livello di guardia. I democratici continuano imperterriti con la falsa storia di essere moralmente migliori dell’avversario, per poi esser presi in fallo con le peggiori violenze a danno di chi, pure tra loro stessi, esprime un dissenso logico.
Gli otto che hanno votato per la fine del blocco governativo vengono dal New Hampshire, dal Maine e da altri stati lontani dalle grandi città dove si concentra il voto democratico. Ricordate che alle ultime presidenziali Trump ha vinto in 2.600 contee, la Harris solo in 450, le più popolose e ricche. È evidente che il partito continua a privilegiare le élites, con poco riguardo per le masse, e nonostante le vittorie di Mamdami ed un paio di governatori il 4 novembre, questo shutdown ha dimostrato che c’è ancora molta strada da fare per recuperare il consenso del Paese.
Tra l’altro proprio Mamdani e la neo governatrice Spanberger della Virginia si erano dichiarati contro lo shutdown, in coerenza con il loro supporto al costo della vita che li ha portati a vincere le recenti elezioni. Oltre agli otto rappresentanti al Congresso, anche queste due nuove star del partito non ne volevano sapere, ed invece, ciccia.
A questa martellata da fabbro tafazziano, si aggiunge la figuraccia sugli estrogeni per le donne in peri e menopausa. Da mesi Robert Kennedy Jnr aveva intrapreso una crociata per consentire alle donne di usare la terapia ormonale, nonostante da oltre 20 anni la scienza medica domestica lo sconsigliasse se non in rarissimi casi, paventando il rischio di tumore. In questi mesi i Dem hanno sparato a palle incatenate su Kennedy, dandogli del caprone, anti-vax, anti-scienza e reietto del mondo. Bene.
Ma non benissimo, perché le commissioni di revisione degli studi di vent’anni fa, e gli scienziati del FDA, hanno chiarito che lo studio originale non aveva mai stabilito un nesso causale tra estrogeni e tumori, l’aveva solo paventato come ipotesi di lavoro. Ciliegina sulla torta, tutti gli studi da allora ad oggi evidenziano benefici preponderanti, portando la FDA a dichiarare che dopo vaccini ed antibiotici, gli estrogeni sono la terapia piu’ importante per qualsiasi donna dai 40-45 anni in poi.
Questo e’ un altro colpo pesante sulla credibilità dei Dem, che arriva sulla ferita ancora viva della gestione Covid, dove i repubblicani spingevano per il libero arbitrio di fronte ad un virus tutto da capire, mentre i democratici volevano obblighi vaccinali e costrizioni di lock-down, per la protezione della popolazione. Siamo a metà novembre ed i Dem si son ricoperti di ridicolo in modo imbarazzante, vanificando la vittoria di inizio mese, asini allo sbando.
