Il Cameo


Università & giornalismo: una scintilla per i giovani?

Il Chiostro IDEA, organizzato da XY, intitolato Giornalismo&Guerra aveva tutti i presupposti umani e culturali perché avesse successo. Così è stato, subito è scattato in me il sogno di un altro sogno, altrettanto eccitante, ipotizzare un Chiostro Università&Giornalismo.

Il Giornalismo, specie quello cartaceo, ha perso da alcuni lustri ogni contatto con le nuove generazioni, le perdite di quote di mercato sono costanti e spesso coincidono con la morte di vecchi lettori. Il prodotto giornale è oggi molto aumentato di qualità e di pagine, allegando supplementi spesso di un centinaio di pagine (sic!) si giustificano così aggiornamenti del prezzo, che può arrivare ormai, per la singola copia, a qualche per mille della “retribuzione di un operaio in servizio o pensionato”.

L’Università è allo stremo da decenni. Da quando ha accettato il 3+2 del modello anglosassone, ha assunto un ruolo ancillare rispetto al mercato. Scuola e Università servono per far promuovere tutti con un titolo che, è vero, fornisce un accesso privilegiato al lavoro, ma siamo ad anni luce dal ruolo di cuore o polmone o cervello della società stessa, che ha rivestito, nel bene e nel male, per tanti secoli di civiltà occidentale.

In un mondo in continua e radicale trasformazione, Università e Giornalismo, che sono così parallelamente in crisi, potrebbero forse avere una chance di sfruttare la loro crisi per reinventarsi, piuttosto che trasmettere conoscenze specialistiche? Il loro compito è di ampliare lo sguardo dei giovani, eccitarne lo spirito critico, far comprendere la complessità sia local che global, mescolare i curricula in modo originale e nuovo. Fondamentale sarebbe quindi l’incontro fra i decisori di oggi e quelli di domani. Poi si dovrà trovare un posto per lo specialismo d’eccellenza, per la ricerca in tutti i campi, in particolare quelli che non hanno mercato.

Perché ciò avvenga è necessario che l’incontro triangolare Università&Giornalismo vs Giovani, dall’ascolto e dal confronto reciproci faccia innescare una scintilla, per nuove passioni, nuove domande, nuove risposte, che permettano una lettura seria e consapevolezza del futuro che ci attende.

In fondo IDEA, nella sua lentissima gestazione, iniziata alla fine degli anni Cinquanta e registrata all’anagrafe il 15 gennaio 2015 presso il Politecnico di Torino (“levatrice” il professor Guido Saracco) è figlia, contemporaneamente, delle Officine, delle Imprese, del Business alto, dell’Accademia. Ha tutte le caratteristiche per essere, in coppia con IA, modello organizzativo globale, quindi mediatore culturale per connettere i singoli attori, a loro volta sempre più interconnessi. Prosit!

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.