Pensieri e pensatori in libertà


Un modo diverso di raccontare l’arte?

Se giovedì 16 luglio alle ore 21.00 passate per Torino, o se volete venirci apposta, potrete presenziare gratuitamente presso il Museo del Cinema alla prima del docu-film You, story and glory of a masterpiece del regista Nicola Abbatangelo (https://you.moolmore.com). Il docu-film riguarda il celebre dipinto...

... La Madonna Sistina di Raffaello, uno dei pittori più stupefacenti della storia per grazia, semplicità, visione, del quale in quest’anno di Covid-19 ricorre il cinquecentenario dalla morte.

La Madonna Sistina è un quadro particolare che ha suscitato le più diverse reazioni. Ne hanno scritto tutti: da Goethe a Freud, da Nietzsche a Florenskij. Dostoevskij parlava di questo quadro quando scriveva che la bellezza avrebbe salvato il mondo. La cultura russa lo considera come l’unico quadro occidentale che è un’icona da venerare e a Dresda, dove il quadro si trova dal 1754 – dopo essere stato fatto per la Chiesa di San Sisto di Piacenza, nella quale era stato tenuto dal 1514 – ogni giorno arriva un volo internazionale da Mosca di gente che va a vedere e venerare il quadro.

Per chi non ce l’avesse presente, è il quadro dove ci sono i celebri angioletti annoiati (stanno aspettando la fine della messa… come dar loro torto?) che sono in qualche milione di case dopo essere stati su francobolli, t-shirt, magneti da frigo. Gli angioletti in effetti sono un capolavoro, ma nulla in confronto alla Madonna che scende dalle nubi in una casa popolare e che, contrariamente all’iconografia più diffusa che la vuole serena e sorridente, è spaventata e preoccupata, così come lo è il bambino.

Che cos’ha di speciale questo quadro? Il docu-film cerca di scoprirlo partendo non dalla storia del quadro, che pure è interessante, né dalla storia di Raffaello. Il docu-film parte dal significato del quadro, che scopre seguendo l’autore russo Vasilij Grossman, che a questa Madonna ha dedicato un racconto autobiografico. Per Grossman la Madonna Sistina è quella che ci ha accompagnato, preoccupata ma decisa, tra tutti gli orrori del Novecento. Nella sua forza materna, totalmente umana, sta la sua potenza espressiva.

La novità del docu-film, però, è che non fa raccontare il significato agli esperti come se fosse una conferenza, per poi integrare le parole con qualche spezzone in costumi cinquecenteschi. Si tratta proprio di un film, con una trama intrigante all’interno della quale le parole degli esperti svolgono un ruolo decisivo. Più facile da vedere che da spiegare, ma è un modo nuovo di raccontare l’arte nel cinema. Se vi capiterà poi di vederne annunciata la proiezione in qualche località di villeggiatura estiva, non perderete tempo: vedrete qualcosa che vi farà pensare.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa