Nel Seicento olandese i concerti tra le mura domestiche erano consuetudine nelle ricche abitazioni della borghesia e la musica era tema frequente nelle arti visive dei Paesi Bassi.
Spartiti, strumenti e personaggi intenti a suonare sono raffigurati nelle opere di Vermeer che ha fissato su tela la forza e il fascino dell’atmosfera musicale.
Vari e non sempre chiari i significati dei dipinti; l’amore per l’arte dei suoni certamente, ma gli studiosi rilevano anche un possibile significato di aggregazione, di complicità tra i personaggi raffigurati nell’atto di fare musica e ascoltarla; non ultimo un desiderio di creare interazione tra la scena rappresentata e chi da spettatore la guarda.
Ne è esempio “Giovane donna in piedi alla spinetta” (1670/72), opera inserita nel documentario.
Nel dipinto la luce del giorno illumina la scena, all’interno di una stanza. Un’elegante figura femminile è in piedi con le mani sulla tastiera ma ha lo sguardo rivolto verso chi osserva il quadro. Lo strumento è un spinetta (simile al cembalo), un modello di pregio con interno del coperchio dipinto. Sulla parete che fa da sfondo all’ambiente domestico è appeso un quadro che mostra un Cupido.
Il momento è intimo, semplice ma non senza domande sospese: una sedia vuota è raffigurata in primo piano accanto allo strumento. Forse simboleggia l’attesa di qualcuno, forse un invito allo spettatore (che la giovane pare guardare) a far parte della scena musicale.
“Quando ci troviamo davanti a un Vermeer il tempo si ferma; l’intimità è così diretta da far venire la pelle d’oca”: così dice nel docufilm il direttore del Rijksmuseum Taco Dibbits e l’affermazione ben si addice alla giovane che il Maestro ha ritratto alla spinetta.
Una raffigurazione a conferma del legame tra il pittore e la musica e dell’intensità con la quale è espresso; un mondo musicale su tela da guardare e riguardare.