IL Digitale


Come cambia il lavoro con ChatGPT

Parecchi mesi fa avevo spiegato ad un gruppo di insegnanti cosa fossero gli LLM, raccomandando di giocarci, di sperimentarne l’uso in classe e capire quindi come questi strumenti avrebbero potuto cambiare lezioni d’aula ed il loro mestiere. Li avevo messi in guardia dal provare a reprimere la prova dei ragazzi, installando i software che scoprono se lo studente li ha usati, banalmente perché conosco adolescenti che da soli scrivono altro codice per scoprire la presenza degli spioni digitali. In questi giorni ho rivisto una professoressa di latino, entusiasta dell’uso di ChatGPT, e cercato di capire meglio l’impatto sul suo lavoro.

Personalmente, sono passato da impiegare quattro ore per scrivere una relazione di cybersecurity al cavarmela in venti minuti con una prosa che ogni volta scelgo diversa, da Edgar Allan Poe a Stephen King, immaginando i sorrisi di chi sia costretto a leggere le mie pagine. E così la professoressa mi ha spiegato che ChatGPT traduce perfettamente dal latino all’inglese, aggiungendo anche i riferimenti bibliografici ai commenti dei più famosi latinisti della storia. Per forza, lo strumento ha in pancia lo scibile delle traduzioni pubblicate in formato digitale, non ha problemi con traduzioni di Cesare o Cicerone. Diverso è il caso opposto, quando dall’inglese si traduce in latino: lo strumento produce una buona bozza, che lo studente caprone non riesce a migliorare, ma quello bravo sì. Questo perché a differenza di traduttori come Google, focalizzati sulla correttezza delle singole parole, gli LLM cercano di interpretare il concetto completo, e poi renderlo nell’altra lingua.

Nel fare questo, ChatGPT non ha più il conforto dello scibile delle traduzioni fatte nei secoli scorsi, ma deve inventare uno scritto nuovo, spesso mai tradotto prima. Ho osservato con notevole interesse mia figlia imparare latino in un liceo americano, dove si insegna come lingua viva, al pari di uno spagnolo o cinese. L’inglese che parliamo qui a Boston ha modi di dire, accenti e sfaccettature diversi da quelli di New York, peggio che mai di altri stati più lontani o paesi diversi. Ecco che se un liceale prova ad usare l’LLM per tradurre un suo tema, lo strumento se la cava ma lascia spazio per miglioramento. Questo è un punto chiave in aula coi ragazzi, perché consente all’insegnante di entrare nel costrutto delle frasi, nella logica della lingua, ed in un colpo solo aiutare la coerenza e precisione del pensiero.

Infine, la professoressa usa ChatGPT anche per tutti i rapporti con colleghi e genitori, arrivando a produrre una quantità di scritti di ottima qualità prima impossibili. Alla mamma mussulmana immigrata dal Pakistan che chiede della figlia, l’insegnante istruisce lo strumento a formulare una risposta che tenga conto della loro religione, modi e costumi del paese d’origine e spieghi che la fanciulla deve impegnarsi di più. Quella che prima sarebbe stata una mail mono riga del genere “tua figlia può fare molto meglio: non ci deve provare, ci deve riuscire. Chiamami se serve altro” ora si trasforma in due pagine di prosa molto convincente per la specifica signora.

Personalmente, sono tra quelli che raccomandano di mettere lo smartphone da parte durante l’orario scolastico, e l’evidenza dimostra che il miglioramento nella soglia di attenzione e nelle funzioni esecutive vale la candela. Questo non significa girare la testa dall’altra parte rispetto alla tecnologia: ChatGPT ed LLM in generale ci consentono un’analisi dei testi, ed una comprensione di come traduciamo il pensiero in linguaggio, che non possiamo perdere. Più in generale ci aprono anche una finestra su quello che può essere il mondo del lavoro e della scuola domani.

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