IL Digitale


Nuovi mestieri

IBM nel 2023 decise di licenziare 8.000 persone, specialmente dagli enti amministrativi, convinta di sostituirli con l’intelligenza artificiale. L’azienda fu tra i precursori di quello che stiamo vedendo oggi in altre multinazionali, che sfoltiscono i ranghi del personale grazie a ranocchi elettronici sempre più capaci.

Su questa rubrica ho sempre raccomandato, fin dall’inizio di Zafferano, di puntare a mestieri non procedurali, non governati dal seguire ricette rigide, perché esse sono algoritmi, e come tali possono essere dati in pasto ad una macchina più economica e più veloce. Ho predicato e starnazzato a lungo, affinché il ranocchio elettronico sia adottato in modo complementare rispetto al lavoratore, e mai sostitutivo; ma se il Bill imperiale predica l’opposto, chi ascolteranno le aziende?

La buona notizia è che a conti fatti, IBM ha finito per assumere altri 8.000 lavoratori, impegnati ad usare gli strumenti digitali per una produttività e qualità di servizio molto maggiori di prima. Sappiamo che molti tra i neoassunti fanno parte di quelli eliminati due anni prima, ma non abbiamo numeri precisi. Se i mestieri procedurali sono a rischio di eliminazione, altri basati sulla creatività stanno prendendo piede.

Sempre nel 2023 mia figlia decise di licenziarsi dall’agenzia marketing dove lavorava, per fare un lavoro nuovo: travel blogger. Per chi non ha dimestichezza, si tratta di quei ragazzi ed adulti di belle speranze che girano il mondo per poi scrivere e documentare quant’è bello questo posto, quant’e buono quel ristorante e via decantando. Scettico, le spiegai come la sua musa ispiratrice, otto anni più grande di lei, a malapena raggiungesse il suo stipendio da specialista del marketing, e sottolineai come le aziende aperte da chi ha meno di 40 anni hanno una mortalità quasi totale.

Due anni dopo lei continua a girare il mondo, con decine di migliaia di click sul suo blog ed altri servizi che le consentono di vivere come la professionista che è, mentre io mi consolo che abbia insistito a farlo, e non seguire le raccomandazioni del paterno umarell. Per far ammenda, ho cominciato ad interessarmi di questo mestiere, sorpreso dalla sofisticazione degli strumenti per lo sviluppo del contenuto, sia testuale, grafico ed audio, di cosa devi fare dal punto di vista architetturale per reggere tutti gli accessi al sito, delle tecniche per passare da un social media ad un altro e del livello di statistica necessario. Detto in breve, non ci si improvvisa travel blogger: è un mestiere serio come un altro. Date un occhio qui: https://lauradolcitravels.com/

Altro travel blogger che seguo su TikTok (social media che raccomando a tutti) ha fatto una serie di post viaggiando in Cina, paese che ho frequentato spesso tra il 2000 ed il 2010, ma che ora non vivo da parecchio. Mi ha dato conferma che la voglia di migliorare, l’imprenditorialità e la simpatia di quella popolazione hanno continuato a crescere. Da questo “IShowSpeed” ho visto le auto a guida autonoma di cui ho già scritto, i droni robotizzati che portano la spesa alle sciure di Shanghai (mentre alle milanesi accorre l’agile ciclista marocchino), le stazioni dell’alta velocità che sono centuplicate rispetto a quando andavo io, e sembrano spaziali.

Questo travel blogger mi rende un servizio notevole, mi dà un accesso diretto alla vita vissuta in Cina oggi, senza filtri politici ne interpretazioni, che sarebbero fatte ovviamente per proteggermi da chissà quale rischio cinese. Eccoci qui: solo cinque anni fa non pensavo che avrei mai pagato per i servizi di un travel blogger, nuovo mestiere digitale, che invece rende un servizio importante. E chissà quali altri mestieri emergeranno in futuro? ClickClick.

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