L'opera affronta temi universali come il dolore della morte, la tristezza e la rabbia per la perdita, la consolazione e la speranza. Tematiche che trascendono ogni credo religioso e alle quali fan da collante la forza del messaggio musicale e la maestosità sonora voluta dall’autore; per questo a ogni esecuzione le pagine verdiane riescono a creare una connessione profonda tra musica e pubblico.
Il Maestro ha scritto un’opera corale tra le più grandi in assoluto: una massiccia formazione orchestrale, un coro poderoso e quattro voci soliste; queste ultime esprimono sentimenti individuali alternandosi al coro che canta il dolore, la preghiera e l’unione della collettività, sgomenta e in bilico tra il credo e il dubbio.
Giuseppe Verdi come tutti sanno era un grandissimo operista e anche nel Requiem non ci ha privati di melodie che toccano l’animo di chi ascolta.
Alcune parti del Requiem si imprimono nella memoria di chi le sente e non se ne vanno più, a cominciare dalla solennità dell’inizio.
Indescrivibile la potenza di fuoco del Dies irae: il ritmo ci martella, il coro ci minaccia e alza la tensione col ripetere “Dies irae, dies illa" (Giorno dell'ira, quel giorno).
L’uso sapientissimo delle dinamiche che volano tra il piano e il fortissimo acuisce il dramma e ci porta al Lacrymosa (Giorno di lacrime, quel giorno…).
Nel 2023 il capolavoro verdiano è stato e sarà proposto davvero in molti luoghi.
Per citarne solo alcuni, ha cominciato a gennaio il Regio di Torino, poi il 22 maggio è risuonato nel Duomo di Milano in omaggio ad Alessandro Manzoni (per i 150 anni dalla morte).
Dopo l’Accademia di Santa Cecilia lo eseguiranno a Londra, New York, Parigi e in altri teatri prestigiosi fino ad arrivare al 2024, quando Orchestra e Coro della Scala lo presenteranno a ricordo della prima esecuzione - quella famosissima del 22 maggio 1874 - diretta da Verdi e in occasione del primo anniversario della morte di Manzoni, cui la composizione sacra era stata dedicata dall’autore.
Ogni rappresentazione della Messa da Requiem è un tributo al genio del suo compositore e l’occasione, per chi ascolta, di lasciarsi colpire dalla sua grandezza senza tempo.