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La volpe e l’uva

La volpe e l’uva è una favola che ci arriva dall’antica Grecia, probabilmente da Esopo, e ci racconta dell’astuto animale, che non potendo raggiungere l’uva, si racconta una frottola per non sentirsi sconfitta. Eccola:

«Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: 'Sono acerbi'. Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.»

Il volpone di questi giorni è Biden, che non potendo raggiungere la vittoria agognata in Ucraina, ci racconta una frottola per giustificare il grappolo bombarolo. La sua corte va oltre, raccontandoci che a differenza delle bombe a grappolo russe, che uccidono bimbi e poveri innocenti, queste cadranno solo nelle trincee dove si annidano i dannati invasori russi. Noi ovviamente ci crediamo, non fosse mai che avessero mentito spudoratamente in passato.

Lasciando le favole per la realtà: in America abbiamo un paio di problemi con questi grappoli.

Innanzitutto, il nostro Dipartimento della Difesa, pur con budget annuo che supera gli $850 miliardi, spreca in propri fondi in maniera assurda. Pezzi che la NASA, agenzia federale, compra a $40 cadauno, l’esercito riesce a pagarli $17,000. Esiste un comitato del Senato, con partecipanti democratici, indipendenti e repubblicani, che investiga sul tema ed ha trovato una sequela di scempi inenarrabile. Progetti recenti, come il nuovo F-35, hanno extra-costi di $100 miliardi, mentre per la loro manutenzione futura abbiamo firmato assegni per mille e trecento miliardi. Questo significa che gli USA, che pure spendono come gli undici paesi che seguono nella graduatoria della spesa per la difesa, in confronto a loro fanno più fumo che arrosto. Le azioni delle quattro aziende che ora monopolizzano il mercato (in passato in America erano 51, ora si trovano tra quattro amici in un cartello) sono alle stelle, il loro CEO gongolano, ma non riusciamo a dare abbastanza missili agli ucraini, su cui invece piovono quelli russi che sembrano non finire.

In secondo luogo, il Presidente non può più fingere di essere il buono che combatte il cattivo: fino a pochi mesi fa denunciava come diabolico l’uso di queste bombe, ora si trova a dire che così fan tutti, e le passa in cavalleria. Anche qui, solo ingenui e cattivi possono fingere di cadere dal pero. La guerra è distruzione o resa dell’avversario, senza le regole che si trovano negli sport di contatto: in questo caso vale tutto. Sono i bambini che si giustificano “ha iniziato prima lui”, che si lamentano “lui è cattivo”, e purtroppo politici e media ci trattano in modo infantile, facendo leva sui nostri ricordi da piccoli. Al contrario dovremmo vedere e riflettere su tutti i morti, feriti, rifugiati, e sulla distruzione di un paese che nella migliore delle ipotesi impiegherà un paio di generazioni per riprendersi, e di più ancora per far pace e riprendere rapporti di buon vicinato coi cugini russi.

“Gli uomini che per incapacità non riescono a superare le difficoltà ed accusano le circostanze”, come ci insegna Esopo, farebbero bene a prendere il coraggio per le mani e cambiare direzione: fermate subito le armi e mettetevi attorno al tavolo, qualsiasi risultato sarà meglio della mattanza, volponi.


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Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro