Il Maestro Kern allora spiegava: “Portare musica nei salotti, ma anche nei negozi, unendo i generi musicali, significa creare sinergia con tutti, significa portare la musica nel mondo”.
A Milano il festival si ripete ogni maggio e anche quest’anno include teatri e piazze, giardini e cortili, musei, gallerie e case private, centro e periferie.
Come piacerebbe a Kern, parecchi sono i punti di forza: ogni evento è gratuito, in cartellone si trovano nomi di affermati pianisti alternati a quelli di giovanissimi studenti, i concerti sono a ogni ora del giorno (compresi due appuntamenti all’alba e “Piano Night”, maratona notturna); inoltre non ci sono limiti di generi musicali, come già per l’anteprima del festival con la presenza del pianista Francesco Tristano e il suo set dedicato a Bach in dialogo con l’elettronica.
Tastiere ovunque e progetti dedicati come, per il cinquantesimo della morte di Shostakovich, l’inedito delle sue Sinfonie per pianoforte a quattro mani e due pianoforti, e gli omaggi in musica a Ravel a centocinquant’anni dalla nascita.
Da non dimenticare gli “House Concert” ai quali molto teneva già Andreas Kern, che ha spesso sottolineato: “per molti musicisti è difficile riuscire a suonare in un grande concerto o in un festival tradizionale…. e suonare in ambienti domestici è una grande esperienza musicale”.
Ben vengano dunque i concerti in abitazioni private trasformate così in palcoscenico di fronte a spettatori anche non abituati ai teatri.
Tante proposte quindi per il pubblico milanese; il progetto Piano City piace in Europa e piace parecchio in Italia. Prossimi appuntamenti italiani 2025, a quindici anni dalla prima edizione berlinese, a Pordenone e Vico del Gargano; in autunno a Lecce, Palermo e Napoli.