Il Cameo


Il futuro si cavalca con modelli organizzativi nuovi

È la prima volta che scrivo un Cameo su un preciso “ordine” dei lettori.

Dopo l’orrendo periodo del Virus di Wuhan e lo sciagurato tentativo di “transizione climatica”, conclusosi penalizzando, come al solito, la Plebe e privilegiando il Patriziato, i giovani lettori di Zafferano (oltre il 30% dei 22.000 abbonati hanno meno di 28 anni) hanno cominciato a scrivermi, in modo costante e importante.

Questa corrispondenza è in crescita, specie da quando ho iniziato il Grand Tour. Grazie ad IDEA sto incontrando, o in presenza o in streaming, un gran numero di persone. Oltre il 60% del paio di migliaia di persone finora incontrate sono giovani. E la domanda è la stessa: “come cavalcare il futuro che ci attende?”

Nei secoli, alla morte di ogni Papa, la tradizione popolare ripete la battuta “morto un papa se ne fa un altro”, ma ogni volta c’è nei “fedeli” la convinzione profonda che il nuovo Papa sarà in grado di ben guidarli fuori dal solito, miserabile presente, rappresentato dalle guerre. Guerre che da diecimila anni leadership patrizie, impreparate e miserabili, ci propinano per meglio spartirsi il potere. Il nuovo Papa Leone XIV, fin dalle prime parole pronunciate ha usato un linguaggio, verbale e del corpo, fuori dagli schemi imposti dalla cultura patrizia dominante.

Infatti, è il primo Papa appartenente all’Ordine degli Agostiniani. Aurelio Agostino (354-430) futuro Sant’Agostino era un berbero, nato a Tagaste, una cittadina del Nord Africa vicina a Cartagine. Di famiglia umile ma colta studiò per diventare oratore, e poi insegnante di retorica. Divenne cattolico dopo una periodo di vita disordinata e dispersa. La teorizzò: “… nessuno sarà veramente buono che non sia stato prima malvagio”. Approfondì molto i concetti relativi al dubbio “… se riconosco lo sbaglio dimostro che in me c’è un criterio di verità, perché chi capisce d’essere in dubbio in realtà è già nel vero” (mi pare che qualcosa di simile lo disse Cartesio, oltre un millennio dopo). Il tratto caratteristico degli agostiniani è l’equilibrio tra le tre vite dell’uomo di Chiesa: lo studio, la vita comunitaria, la missione.

Chiedo perdono ai lettori se, immerso come sono in questo mio Grand Tour per confrontarmi con chi è interessato a ragionare di modelli organizzativi adatti al XXI secolo, tendo a leggere ogni evento importante con l’ottica di IDEA. Per esempio, appena tre settimane fa, quando in conclave si trattò di votare per la nomina del nuovo Papa bastarono pochi incontri riservati fra loro per definire, non il nome (una volgarità di una stampa mainstream senza sani riferimenti culturali) ma lo “scenario” di riferimento. Quindi, la scelta del profilo fu immediata. Oggi, in nessuna delle attuali organizzazioni laiche equivalenti un caso simile sarebbe possibile, perché le nostre leadership le produciamo con lo stesso sciagurato “stampino harvardiano-hollywoodiano” dove l’immagine e la forma prevalgono sulla sostanza.

I tre esempi illustrati negli incontri, in presenza o in streaming, del Grand Tour IDEA dimostrano che la validità del modello, ispirato a quello della Chiesa dei primi tempi, è vincente: i tipici tre livelli della Chiesa, con catena di comando corta, execution in purezza, in particolare le sette parole chiave di IDEA declinate diversamente: delega, selezione, formazione, leadership, controllo, tabernacolo, armonia.

IDEA ci conferma che sul futuro dell’Occidente molto si deciderà sul come il Patriziato al potere declinerà IA. È un’occasione incredibile che abbiamo, ma temo che costoro non abbiano né l’intelligenza, né il coraggio di “cavalcarla”, limitandosi a massacrarla con le loro idiote normative.

Scriveva l’amato Franz Kafka: “Furono invitati ad essere Re o Corrieri del Re, da veri bambini, tutti scelsero di essere Corrieri. Costoro galoppano attraverso il mondo e non essendoci più Re, si gridano l’un l’altro i loro messaggi, divenuti privi di senso …”

Dopo aver vissuto quarant’anni con la Plebe, e i successivi cinquanta con il Patriziato, posso concludere che siamo ancora a questo punto: correre, correre disordinatamente, però con sneakers griffate.

Sono fiducioso che per le nuove generazioni il XXI secolo sarà un momento di grande riflessione per dire una volta per tutte “basta” al vecchiume giovanilista che li circonda, e alla vita vuota che li attende, conseguente alle teorie woke dominanti (svago, consumismo, edonismo e chiacchiere, chiacchiere, senza senso).

E ficchiamocelo in testa: IA, sia nella sua versione colta (algoritmo) sia in quella povera (robot) sarà di grandissimo aiuto. Prosit!

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Zafferano

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