Certo, le bombe nucleari attualmente a disposizione sono molto più potenti di quella di Hiroshima. Essa era a fissione pura, ossia si basava sul raggiungimento di una massa critica di materiali radioattivi (U-235, Pu-239) per scatenare una reazione a catena incontrollata. Con questa tecnologia si raggiungono oggi potenze di 10-500 chilotoni, quando la potenza di “Little Boy”, la bomba sganciata su Hiroshima, era inferiore a 20. Oggi la maggior parte delle testate sono a fusione, e usano la fissione solo per innescare la fusione di idrogeno a deuterio e trizio (per questo le si chiama “bombe H”). Queste bombe raggiungono potenze fino a 50 megatoni, ossia 50000 chilotoni. Avete capito bene: esistono testate nucleari in grado di sviluppare una potenza paragonabile a 2500 volte quella che ha distrutto Hiroshima.
Questo paragone ci fa capire le potenzialità della fusione nucleare (il meccanismo con cui funziona il sole), rispetto alla fissione, a fini energetici. Se oggi controlliamo la fissione, non riusciamo però ancora a controllare la fusione nucleare, che nella sua versione incontrollata alimenta l’arma più devastante mai concepita.
Tornando ai rischi di una escalation tale da portarci a un olocausto nucleare, secondo un sondaggio condotto nel 2008 durante la Global Catastrophic Risk Conference di Oxford, la probabilità che l'umanità si estingua entro la fine del secolo a causa di una guerra nucleare è stimata all'1%. La probabilità che un miliardo di persone muoia a causa di armi atomiche è pari al 10%, mentre quella che ne muoiano un milione è del 30%.
Con buona pace degli anni della guerra fredda descritta nei romanzi di John Le Carré, non siamo mai stati così a rischio.
A partire dal 1947 gli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago hanno ideato e aggiornato costantemente un “Orologio dell'Apocalisse”, che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di un'ipotetica fine del mondo a cui l'umanità è sottoposta. Il pericolo viene quantificato tramite la metafora di un orologio simbolico la cui mezzanotte simboleggia la fine del mondo mentre i minuti precedenti la distanza ipotetica da tale evento. Alla sua creazione, l'orologio fu impostato sulle 23:53, sette minuti prima dell’Ora X; da allora, le lancette sono state spostate 23 volte. La massima vicinanza alla mezzanotte è stata raggiunta nel 2025, con appena 89 secondi. La massima lontananza è stata di 17 minuti, registrati tra il 1991, anno del primo accordo START sulla riduzione delle armi di distruzione di massa, e il 1995.
Siamo messi peggio degli anni più angoscianti della Guerra Fredda (1953-1960) o di quando il tenente colonnello dell’Armata Sovietica Stanislav Petrov, con il suo buon senso, evitò una guerra termonucleare. Era il 1983 e di questo parleremo la prossima volta.