Musica in parole


Note di fabbrica

Lo stabilimento Fiat Mirafiori nasce a Torino nel 1939; un documentario era previsto a illustrarne le fasi di costruzione con colonna sonora di Giorgio F. Ghedini. Non si arrivò alla proiezione causa il conflitto mondiale ma la documentazione resta ed è indice della relazione tra musica e fabbrica che ha percorso il secolo scorso.

Mentre scrivo ho davanti gli abbozzi di sceneggiatura e musica con le annotazioni dell’autore: "Squilli mattutini" si legge sopra il pentagramma dove le note sottolineano l’inizio lavori e un "Osanna" coincide con la posa dei pilastri. Seguono accordi dal "suono ferrigno, pesante, in crescendo" perché riferito ai reparti in ferro delle fucine.

Nel Novecento la produzione musicale è stata sensibile, direi attratta dai suoni/rumori provenienti dalla fabbrica, complici vari fattori: i codici del Futurismo, il paesaggio sonoro della vita industriale, la dodecafonia e poi l’elettronica. A seguire tecnologia, automazione e digitale sono state e sono le parole d’ordine. I robot si scoprono sempre più presenti in fabbrica e avanzano anche nel mondo musicale, argomento già affrontato in questa rubrica.

Così arriviamo all’oggi, ad Automatica di Nigel Stanford, musicista ed esploratore di creatività tecnologica: il suo fantastico video musicale del 2017  - imperdibile per chi non lo conosce - mostra alcuni robot in un ambiente industriale; arriva Stanford, accenna a suonare e anche i robot industriali si fanno musicisti, suonando vari strumenti tra cui un vecchio pianoforte. Per un attimo la scena pare l’amalgama dell’incontro perfetto tra uomo e macchina, fabbrica e musica, invece alla fine i robot distruggono tutto.

Sì, eravamo partiti nel 1939 da una musica scritta immaginando i suoni/rumori di una fabbrica nascente e siamo arrivati ottant’anni dopo a un video in cui i  robot - sostituti dell’operaio e del musicista - si ribellano, spaccano gli strumenti e sparano laser per distruggere il luogo, posto di lavoro e di musica. È l’esperimento di un compositore visionario non nuovo alle provocazioni.

Intanto nella realtà la robotica è in crescita e i robot sono sempre più facili da istruire; secondo le stime dell’International federation of robotics l’industria mondiale si avvarrà di 2 milioni di nuove installazioni di robot entro il 2022. Gli scenari paiono dunque inquietanti o interessanti a seconda dei punti di vista e di certo continueranno a essere seguiti dalla rubrica di Zafferano "Il Digitale".

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In questo numero hanno scritto:

Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro