Vita d'artista


Della tecnica

“Sometimes you have to play a long time to be able to play like yourself.”
Miles Davis

Un tempo i ragazzini dotati venivano mandati a bottega, per imparare il mestiere, anche le bambine, seppur ovviamente in misura minore. Spesso vivevano proprio in casa del maestro, lo guardavano lavorare e poco per volta, gli venivano dati dei piccoli pezzi facili da fare, nelle grandi pale d’altare. 

Così Leonardo iniziò nella bottega del Verrocchio, Michelangelo appena tredicenne dal Ghirlandaio, Raffaello dal Perugino. Ne assimilavano la tecnica e molto spesso superavano il maestro. Il fatto di iniziare ad operare così giovani misurandosi con tematiche così complesse li rese abilissimi.

Ma cos’è la tecnica? La tecnica è un insieme di norme su cui è fondata la pratica di un’arte, non soltanto manuale ma anche intellettuale. In senso astratto e generico, dice la Treccani, è l’insieme di attività pratiche basate su norme acquisite empiricamente, o sulla tradizione, o sull’applicazione di conoscenze scientifiche, che sono o sono state proprie di una data situazione sociale e produttiva, di una data epoca, di una data zona geografica: solo col passaggio dalla manifattura alla produzione industriale la tecnica si configura come patrimonio di conoscenze, sempre più specializzate e soggette a continua innovazione. Ma per l’arte? In fondo viviamo in un mondo ipertecnologico, che senso ha studiare la tecnica della pittura? Forse proprio per non esserne schiavi.

Credo che approfondire una tecnica, qualsiasi essa sia, significhi entrare in una dimensione spirituale nuova, e nel caso specifico della pittura, credo che affrontare la materia plasmi il nostro io. Lo studio, l’esercizio, la pratica costante ti formano, ti definiscono, ti obbligano a trovare il tuo mondo, anche se poi decidi di abbandonare le tecniche tradizionali e ti sposti su altre dimensioni creative. Miles Davis, il grande musicista, dice in modo semplice che solo se suoni per molto tempo riesci a suonare come sei tu: lo stesso vale per gli artisti e la loro pratica. Dopo tanti anni di lavoro sulla pittura, tu sei pittura, e quello che fai è totalmente intersecato ai tuoi pensieri, ai tuoi sogni, all’amore, alla rabbia o alla stanchezza, insomma a ciò che sei tu nel mentre che lo fai. E la tecnica a un certo punto scompare, proprio perché è un fatto così acquisito che diventa pura gioia, pura benedizione, perché sgorga direttamente dal tuo interno, è cresciuta con te.

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.