Parlando con Alessandro, mi racconta di essere molto preso su vari fronti, tra cui una mostra che di lì a poco sarebbe stata inaugurata, con un certo spirito da work in progress, durante i festeggiamenti del Pride. A un certo punto mi viene in mente che potevo avere un quadro adatto per lui, un opera dei miei inizi, piuttosto particolare, un uomo en travesti. Non ero sicura in che condizioni fosse, così gli ho detto che avrei verificato in studio.
Alle volte da un piccolo semplice passaggio in un luogo, nascono delle belle cose, e così è stato, partecipando ad una delle mostre più eccentriche che mi siano capitate. Giancarlo Pedrazzini, di Fabbrica Eos, si è messo in gioco lasciandosi occupare lo spazio da Alfonso Umali, giovanissimo curatore coadiuvato da Riva, con una mostra in composizione proprio fino all’ultimo. Artisti giovanissimi, altri affermati, band musicali, performance, djset e quant’altro, con un festoso e vivace spirito trasgressivo che faceva da eco all’imponente manifestazione in corso a Milano. Nell’attuale dimensione artistica direi alle volte così noiosa e burocratizzata, anche quando pensa di essere alternativa, in quel luogo e finalmente si è sprigionata un’energia prorompente. Una mostra legata a un mondo “anarchico”, almeno dal punto di vista sessuale, ma capace ancora di mantenere una libertà espressiva e soprattutto accogliere ogni lateralità senza giudizio, un incredibile caleidoscopio onirico e piccante.
Penso che sia stata una delle giornate più calde dell’anno, proprio si moriva ma, tra la bella mostra scoppiettante e le visioni avveniristiche (almeno dal punto di vista dell’abbigliamento) dei tanti arrivati apposta a Milano, è stato veramente interessante e ricco di pathos, una festa gioiosa che ha coinvolto proprio tutti, anche gli scettici.