Pensieri e pensatori in libertà


La passeggiata dei cani e altri paradossi

Qualche risultato l’abbiamo ottenuto anche in questa situazione drammatica da  Coronavirus. In fondo, nella necessità  estrema, i comportamenti diventano  dirimenti per capire i significati delle parole solite. Ed ecco una piccola lista di risultati  finora. L’ordine è casuale. 

Dopo anni di parole sul diritto all’eutanasia, sulla qualità della vita che è al di sopra della vita e altre sciocchezze di questo genere, l’Italia è letteralmente ferma, ciascuno quasi agli arresti domiciliari, per salvare la vita ad anziani già malati. Il premier ricorda mille volte che il bene più prezioso è la vita. Ricordarselo, per i talk show dopo tragedia COVID-19.

Se c’è una qualità della vita importante, è quella dei cani. Loro hanno diritto alla passeggiata, noi esseri umani no. Ci sono altre categorie per cui valgono privilegi speciali: mentre scarseggiano tamponi anche per sapere le condizioni di medici e sanitari, sappiamo tutto di politici e calciatori, con preferenza di alcune squadre. O il COVID-19 colpisce soprattutto loro oppure sono privilegiati come cani.

A proposito di qualità della vita, anche i decreti più restrittivi permettono sempre ai fumatori di approvvigionarsi. Così andare a comprare le sigarette per peggiorare la propria salute è permesso, correre per migliorarla, vietato. Paradossi della difesa della vita!

Interessante anche come vanno a finire in questa circostanza le questioni di genere. Giorno dopo giorno, purtroppo, veniamo informati di numeri tragici che riguardano uomini e donne. Nessuna traccia di tutti gli altri generi introdotti negli ultimi anni e nessuna protesta. O gli altri generi sono COVID-free o forse non era poi una questione così decisiva.

Della plastica, nemico giurato degli  ultimi mesi pre-COVID, non importa più a nessuno. Girano  filmati di medici e infermieri che si bardano di derivati della plastica, ma non c’è nessuno scandalo. Meno male che la rivoluzione anti-plastica non aveva svuotato gli ospedali anche di tutto questo materiale.

Dopo secoli di discorsi sull’essenzialità della scuola, abbiamo verificato che le parole erano del tutto vuote. Le scuole le abbiamo sacrificate subito e saranno le ultime a tornare. Poche parole di elogio per centinaia di migliaia di insegnanti che stanno completando un anno scolastico on line senza esser mai stati preparati a forme assolutamente inedite di insegnamento e che stanno garantendo un po’ di diversivo in pareti casalinghe spesso strette. Tutti eroi, tranne loro. Ricordarsi di spegnere la TV o i social alle prossime dichiarazioni dei politici sull’argomento.

I canti, le tradizioni, l’identità, il patriottismo anche un po’ stucchevole sono stati riabilitati in toto da tutti, anche da coloro che li avevano catalogati come cose di destra oppure da vecchi o da provinciali. Per fortuna! In fondo il problema è proprio questo: i canti sono luoghi dove si conserva l’umano più profondo perché sono gesti, azioni piene di significato, e non parole vuote, sganciate  da ogni significato. Ricordarsi sempre, anche dopo COVID-19, che ciò che conta sono i gesti.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

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Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro