LA Realtà aumentata


I ricchi turisti virtuali ai tempi del virus di Wuhan

È passato un anno esatto da quando, sul terzo numero di Zafferano, avevo scritto una riflessione sul futuro del turismo globale. Non mi sarei minimamente immaginato a distanza di un anno, che oggi e probabilmente per un lungo periodo, l'unico modo di fare turismo sarebbe stato quello “virtuale” di cui avevo parlato nell'articolo.

Secondo importanti studi, in futuro, in molti settori, tra cui il turismo, la realtà aumentata giocherà un ruolo importantissimo. Purtroppo alla luce dell'epidemia del letale Coronavirus partito dalla città di Wuhan in Cina nel gennaio 2020 e dilagato in modo esponenziale in tutto il mondo, sarà ben difficile che il turismo di massa possa tornare ai livelli pre-crisi, per molto tempo.

Saremo tutti limitati nei nostri viaggi di piacere: potremo però “visitare” virtualmente i luoghi turistici più famosi semplicemente indossando un casco per la realtà virtuale o addirittura vivendo una esperienza olografica, stando a casa. Detto così sembra un concetto semplice e già metabolizzato da tutti noi: pensiamo a quanti film di fantascienza ci hanno insegnato come la realtà virtuale potrà sostituire in futuro la presenza fisica con maggiore comodità e minore dispendio di energie. Prima della crisi del Coronavirus, secondo la World Tourism Organization, il traffico turistico era destinato a crescere ad un ritmo annuo del 3%, raggiungendo l'impressionante cifra di 1,8 miliardi di viaggi turistici l'anno nel 2030.

Il motivo per cui un anno fa si prospettava l'utilizzo della tecnologia virtuale era legato al fatto che la domanda di turismo sarebbe aumentata talmente tanto da rendere i prezzi proibitivi perfino per la classe media mondiale. Proprio nei mesi in cui scrivevo l'articolo, cresceva la sensibilità per il “surriscaldamento globale” causato dall'inquinamento dell'uomo ed in particolare cresceva l'attenzione all'inquinamento prodotto dai viaggi aerei, con la “mitica” traversata dell'Atlantico in barca a vela da parte dell'attivista Greta Thumberg per raggiungere dall'Europa il Palazzo delle Nazioni Unite in New York e tenere un discorso a tutte le nazioni del mondo. Si ipotizzava che le compagnie aeree avrebbero dovuto aumentare i prezzi dei voli per compensare con una sorta di “carbon tax” i danni arrecati all'ambiente, rendendo sempre più difficile il turismo di massa. Sembrano passati secoli da allora.

Oggi invece il settore più colpito in assoluto dalla pandemia del virus cinese è proprio quello legato agli spostamenti delle persone, in particolare per turismo. Le compagnie aeree hanno subito un crollo dei propri viaggi superiore al 90% e fino a quando non sarà trovata una cura efficace o un vaccino per il virus, la situazione sembra destinata a rimanere tale. Diverso potrebbe essere il destino delle compagnie turistiche, anch'esse colpite duramente dal virus. La riconversione di parte di queste in modalità virtuale, potrebbe perlomeno mitigare i devastanti effetti del blocco mondiale dei viaggi, ma in questo caso saranno le città ed il luoghi d'interesse turistico che dovranno chiedere una “royalty” sul viaggio virtuale compiuto. Insomma un modello di business tutto nuovo in tempi di emergenza.

Nel mio articolo di un anno fa ipotizzavo che la tecnologia virtuale potesse rappresentare in futuro l'unica possibilità di “svago turistico” per l'80% della popolazione mondiale, relegando quel 20% di viaggiatori “reali” ad una “privilegiata” classe di turisti. Oggi, e per molti mesi a venire, il 99% degli abitanti della terra avrà invece questa, quale unica opportunità turistica.  Lo scenario piuttosto inquietante che ipotizzavo, è perfino stato superato dalla realtà. Non ci resta che indossare il nostro visore VR e viaggiare virtualmente intorno al mondo (banda permettendo) sperando di poter uscire bene e al più presto da questo incubo reale.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Pietro Gentile (Torino): bancario, papà, giornalista, informatico
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro