Prima del seppellimento, la nonna del bambino si avvicinò alla cassa e disse con voce lamentosa:
“Bambino mio, ti ho sempre detto che non dovevi mangiare la sabbia. Io non ti ho mai dato della sabbia, sapevo che ti avrebbe fatto male. Ma tu la cercavi o stesso. Ti ho detto: è male. E ora, vedi, ti ha ucciso. Non farmi nulla: ti sei fatto male da solo, qualcosa di cattivo ti ha indotto a mangiare la sabbia. Vedi, ti metto vicino l’arco e la freccia perché tu ti diverta. Ero sempre buona con te. Ora sii tu buono verso di me e non farmi nulla”.
Poi venne la madre piangendo e disse in una sorta di cantilena:
“Bambino mio, ti ho messo al mondo perché tu vedessi tutte le cose belle e te ne rallegrassi. Questo petto ti ha nutrito finché lo hai voluto. Ti ho fatto camicine e tante cose graziose. Ti ho curato, ti ho nutrito, ho giocato con te e non ti ho mai picchiato. Devi essere buono e non farmi nulla di male”.
Il padre del bambino morto si avvicinò anch’egli e disse:
“Ragazzo mio, quando ti dicevo che la sabbia ti avrebbe ucciso non volevi darmi retta e ora, vedi, sei morto. Sono andato a prenderti una bella bara e dovrò lavorare per pagarla. Ti ho preparato la tomba in un bel posto, dove giocavi volentieri. Ti accomoderò per bene e ti darò della sabbia da mangiare: ormai non può più farti male, e so quanto ti piace. Non devi portarmi sfortuna; cerca piuttosto chi ti ha fatto mangiare la sabbia”.
Nonna, madre e padre hanno amato quel bambino, ma sebbene fosse così piccolo, temono la sua ira giacché essi sono ancora in vita. Gli assicurano di non essere responsabili della sua morte. La nonna gli porta l’arco e la freccia. Il padre gli ha comperato una bara molto costosa e gli ha anche procurato della sabbia da mangiare nella tomba, ben sapendo quanto gli piaccia.
La ingenua tenerezza che essi manifestano verso il bambino è toccante, e tuttavia ha qualcosa di sinistro poiché è impregnata di paura.
Un affettuoso augurio per il vostro futuro,
Elias Canetti