Musica in parole


Soul, è musica

Giovanni Maddalena nello scorso numero di Zafferano ha scritto “dell’anima Disney”, a proposito del film d’animazione Soul che sta ottenendo grande successo anche grazie alla musica, perfetta per i propositi del regista e ideatore Pete Docter. Il termine soul, anima, identifica altresì quel genere musicale che rimanda agli anni Sessanta americani ed è molto richiamato nel film: la “soul music”, musica dell’anima che fonde jazz, blues, gospel e pop e che  ritroviamo nei brani di successo di...

... molti musicisti afroamericani come Aretha Franklin, Ray Charles, Stevie Wonder.

Nel film, il protagonista Joe è un musicista con la passione del jazz, insegna musica ai ragazzini di una scuola, vive solo di musica, sogna di musica e di ambizioni musicali; proprio però quando un sogno sta per realizzarsi tutto si perde tra la vita e la morte e il racconto cambia dimensione. La musica segue il percorso e si stratifica, come le immagini e la storia. Dopo una New York caotica, tra suoni e rumori quotidiani, mentre ancora abbiamo testa e cuore immersi nel jazz (con gli immancabili pianoforte, contrabbasso e sax), d’improvviso insieme a Joe sprofondiamo in sonorità rarefatte, new age, cui seguono suoni elettronici, tastiere e synth. Il viaggio sta cominciando e vale la pena di scoprirlo, per tutte le considerazioni fatte da Giovanni Maddalena e per seguirne gli snodi musicali.

La trama è sostenuta dalla musica affidata a due premi Oscar: Trent Reznor (sperimentatore di musica industrial ed elettronica) e Atticus Ross (musicista e ingegnere del suono) più il pianista e compositore Jon Batiste - figura di primo piano della black music americana contemporanea - il cui compito nella costruzione della colonna sonora del film è rimarcare la “bolla musicale” del protagonista, cioè una vera fissazione per la musica nella quale Joe racchiude tutta la sua vita terrena; nel finale risuona il genere soul con l’arrangiamento di Batiste di un vecchio motivo del 1963, It's all right (The Impressions).

Nella versione italiana è Stefano Bollani a chiudere Soul con il suo brano originale Villa Incognito e il compositore parlando di questa “bolla” che imprigiona il pianista del film, svela di conoscerla anche lui, perché capita ai musicisti di escludere dal proprio presente tutto ciò che non sia musica: “esiste solo la prossima nota”.

Scorre proprio così, di nota in nota, il fantastico viaggio di Joe, accompagnato da una colonna sonora sempre bellissima in cui non manca un tocco di classica, miscelata al jazz. Film da vedere e ascoltare.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista