...ho cambiato percorso inoltrandomi nelle viette vuote tra i condomini anni Sessanta della zona sud di Milano, il cui vanto sono i giardini, sempre ben curati ma un po’spenti per via dello smog.
Sarà perché l’aria è migliorata, o perché i giardinieri non passano, di certo i giardini si sono ripresi la loro scarmigliata bellezza. Mi ha quasi turbato un tale rigoglio e davanti a quegli alberi in fiore, ai cespugli gonfi di verde e all’erba non pareggiata, ho pensato a "Les Fraises" (1910) di Pierre Bonnard, alla sua tavolozza gioiosa imbevuta della luce del Midi: uno scorcio di tavola imbandita in un giardino, una sedia, qualche fragola e d’intorno il verde festoso. Un quadro fatto di poco, ma potente. E ho pensato anche a quel piccolo prezioso gioiello di Albrecht Dürer, un acquerello del titolo "La zolla verde", del 1503.
E infine, camminando, ho pensato alla "Mela Reintegrata" di Michelangelo Pistoletto (la grande scultura installata in Piazza Duca D’Aosta durante l’Expo del 2015), nella quale "l’artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l’umanità alla natura". Fu inaugurata con una performance collettiva dal titolo "Terzo Paradiso", l’ultima svolta un po’ esoterica del Maestro. In questi giorni, Pistoletto ha sconfitto il Coronavirus, Germano Celant invece, il famoso critico e fondatore del gruppo dell’Arte Povera, non ce l’ha fatta.