... L’ultimo papa d’Occidente? (Liberilibri, pagg. 138, euro 14) dedicata a Joseph Ratzinger che, nel 2013, ha lasciato il soglio di Pietro in quanto le battaglie di Benedetto XVI, oramai, stavano assumendo il tono di prediche in un deserto sempre più dominato da un distratto laicismo imperante.
Meotti ne ripercorre la storia sin da quando, giovane teologo, sentì prima di altri che qualcosa stava scricchiolando. Se Giovanni Paolo II sembrava mandato dalla provvidenza per dare l’ultimo scossone a quel muro di Berlino divenuto macerie del passato, Ratzinger avvertiva chi inneggiava alla "fine della storia" che, in realtà, non avevano vinto i valori dei duemila anni di civiltà giudaico cristiana, ma stava emergendo un materialismo vuoto, privo di ideali, con una umanità vista, nella sua globalità, come pure unità di consumo. Biomassa a basso costo.
Seguono innumerevoli esempi in cui Ratzinger viene lasciato solitaria sentinella. Come a Ratisbona, 2006, quando avvertiva come i valori cristiani applicati alla società non avessero nulla in comune con la concezione islamica del rapporto tra stato e religione. Prediche inutili, per dirla alla Einaudi, che Meotti cita in maniera puntuale compresa qualche chicca, supportata da una documentatissima bibliografia, come quando la Stasi (i servizi segreti della DDR) segnalava Ratzinger quale più strenuo avversario del comunismo in ambiente vaticano.
Il libro di Meotti è una attenta riflessione che, dalla figura di questo teologo prestato al papato per una stagione, ci porta ad una profonda riflessione sul nostro tempo e i valori della società occidentale.