Notizie dagli USA


Gig economy e Corona

È probabile che il 1 Maggio in America avremo passato i 30 milioni di disoccupati, un numero che annulla la crescita economica degli ultimi anni.

Lo stato offre un assegno di disoccupazione, ma il volume di pratiche è tale che chi perde il lavoro attende diverse settimane per riceverlo. Nelle principali città si vedono file di auto in attesa di caricare cibi e bevande, che altrimenti non potrebbero permettersi. Trump negli ultimi giorni ha iniziato a perdere consensi molto rapidamente: visto che la curva del Coronavirus si è appiattita e la stima dei morti rivista al ribasso (al 26 aprile siamo a 50.000 morti, dovremmo perderne altri 15.000), il crollo dell’economia ha preso il primo posto nelle trasmissioni e nella preoccupazione della gente.

Alcuni governatori iniziano a riaprire l’economia in ordine sparso, ma il Presidente teme che un'accelerazione causi una seconda ondata di contagi e quindi una nuova chiusura, terribile. Ed il conto degli incentivi è già tremila miliardi di dollari. Con la percentuale di disoccupazione che in poche settimane è passata dal 3 al 17% e corre verso il 20% , centinaia di migliaia di persone sono entrate nella Gig economy: i più fortunati presso aziende come Amazon che pagano gli stessi stipendi di prima, altri accontentandosi di paghe molto più basse, da fame. Mentre in Amazon un  magazziniere guadagna $17 all’ora, chi lavora da concorrenti più piccoli ne prende $10 ed un fattorino arriva a $5. Questo è un fenomeno già vissuto con la crisi economica del 2008, quando gli operai delle fabbriche automobilistiche passarono da $27 a $14 all’ora e solo recentemente risaliti a $20. Prima della crisi un operaio poteva mandare i figli all’università, e stando attento alle spese  riusciva anche a comprar casa e fare qualche vacanza.

Ora i CEO californiani hanno rivestito di  gamification i lavori della logistica e della ristorazione, creando la Gig economy, che in senso letterale indica il lavoretto che normalmente fa uno studente o chi voglia integrare lo stipendio da altra occupazione. Ma se questi lavori sono l’unica fonte di sostentamento della persona, la povertà è vicina. Messi alle strette per poter comprarsi un pasto, milioni di disoccupati sono pronti ad accettare paghe che a malapena coprono le loro spese, nella speranza che con la ripartenza dell’economia possano riprendere il proprio mestiere e lo stipendio precedente. Speranza che per il CEO Capitalism è un invito a nozze, un piatto ricco per il Signor CEO. È logico immaginare che la ripartenza sarà un processo lento, e tantissime persone dovranno accettare paghe basse ancora per molto tempo.

Buona Festa del Lavoro, cari Millenial e GenZ.

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